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Born Free

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2009 14:12
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09/01/2009 23:29
 
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Spot ufficiale Psycho Roman - WBFF Blood River 2009


"Recati in quel magazzino abbandonato stanotte. Voglio che i miei occhi incrocino solo i tuoi come ultima visione. Io sono a favore della vendetta, non ho rancori verso di essa, la trovo una cosa tranquilla. Io stesso mi sono vendicato varie volte, ma tu no, e soffro per te. Non hai mai provato quest'ebbrezza, questa gioia, la soddisfazione di un corpo martoriato dai proiettili. Sei un vigliacco, e sempre lo sarai. Ma stasera puoi fare qualcosa che ci tirerà su di morale, sì, perchè anche a me fa male vederti così, non credere. Hai capito di che sto parlando, vero? Stasera devi uccidermi. Stasera devo morire.
Accetta il mio patto: la distruzione delle prove contro di me, quelle prove che hai cercato per anni e che ora sono in tuo possesso, tutto quello che potrebbe incastrarmi e farmi imprigionare in cella di isolamento per l'eternità, in cambio di me, del mio corpo, della mia distruzione. Uno scambio equo per i miei principi.

Tuo,
Psycho Roman"

Il detective James O'Connor strappò la lettera che gli era stata recapitata quel mattino. Tuttavia nella sua mente aveva deciso di accettare il patto. Scendere a patti con un criminale, pfui, non l'avrebbe mai approvato nessuno nel suo vecchio distretto. Ma lui non era più un detective, nessuno lo chiamava più così, ora agiva da solo secondo un proprio codice e propri principi, avrebbe potuto fare quello che poteva. E lo avrebbe fatto, cristo.

...

Il cartello alle porte del magazzino recitava "ABBANDONATO".

Come un cartello può far nascere il terrore. Come una parola può far rabbrividire un essere umano. Eppure era solo un insieme di lettere, e niente più. Tutto ciò che vedeva lo spaventava, segno del suo cambiamento, della sua vecchiaia, della sua perdita di esperienza accumulata negli anni passati.

E allora entra.
Entra e vai a distruggere.
Entra e vai a uccidere.
Entra e dimostra al mondo che sei ancora qualcuno, che non sei un vigliacco, che sai ancora comportarti da vero uomo.
Entra e crivella di proiettili Psycho Roman.


Strinse con la mano destra la pistola nella fodera dei pantaloni. Non ha mai sparato a un uomo questa pistola.

Entrò.

Quella che vide era la sua casa.

Alle pareti le foto di Roman, lo studio con il tavolino immerso di carte e la luce della sua lampada che lo illuminava.

Rumore di passi.

Ed eccolo lì, Psycho Roman. Il detective pensò che aveva attrezzato tutto lui per dargli un ambiente confortevole, per rilassarlo in vista del suo fine, del suo obiettivo principale. L'uccisione, la morte. Lui voleva essere ucciso, stava facendo tutto questo per lui. Lo trovò un gesto amorevole. Apprezzò Psycho Roman. Addirittura egli gli porse una sigaretta accesa, che strinse tra i denti. Non una parola di ringraziamento però. Doveva mantenere le distanze.

Psycho Roman entrò tenendo sua moglie, anzi, la sua ex moglie, stretta tra le sue braccia, imbavagliata. La costrinse a sedersi con la forza mentre lei si divincolava.

"Guarda, James, guarda il tuo passato che non tornerà mai più. Non pensi che il passato sia letale? Non pensi che la vera morte sia vivere di ricordi, sapendo che essi non torneranno mai più? Non pensi che la nostra mente sia bislacca al punto da essere un'omicida? Assassina. La mente è un assassina. Come me... e come te."

Guarda tutto ciò che hai perso.
Guarda il tuo passato svanire.


Il detective rispose che lui non era un assassino. Psycho Roman continuò il suo monologo senza badare alle parole dell'interlocutore.

"Tuttavia la mente è importante. La mente è il nostro pane quotidiano, è la madre di ogni nostra azione. Per una volta James, non agire con la stupidità dell'impulso, agisci con la mente, agisci pensando. Uccidi lei, uccidi me, ed uccidi la tua mente. Sii libero, torna alla tua nascita. Quando tu nascesti eri libero, ora sei posseduto; dalla società, dall'ossessione, dai ricordi. Torna alla tua nascita, quando non avevi quella stupidità che gli umani chiamano educazione, quando eri posseduto solamente da istinti, quando potevi uccidere senza sentire rimorso, quando potevi fare di tutto.

Uccidi lei. E uccidi me."

Il detective tirò fuori la sua pistola e la puntò contro i due. La moglie provò ad urlare qualcosa, ma era imbavagliata e non si sentì altro che rumoracci indistinti.

Guarda la paura.

Tremava. Una lacrima gli rigò il volto.

"Liberati"

Il detective sudava. Sentiva che la sua mente era libera. Sentiva che avrebbe potuto farcela. Sentiva che poteva uccidere la troia che l'aveva abbandonato nel momento di maggior bisogno e l'assassino che l'aveva tormentato per tutti questi anni fino a fargli perdere il lavoro e la vita.

Premette il grilletto.

...

Ma la pistola era caricata a salve. Lo sapeva già, ma questa convinzione era in un angolo remoto della sua mente, in quel momento pensava davvero di poter sparare.

"Non ce l'hai fatta neanche questa volta."

Il volto di Psycho Roman, sul quale prima era dipinto un sorrisetto beffardo, tornò cupo.

"Lo sai perchè non ce l'hai fatta, James? Perchè tu non sei nessuno. Ma non nel senso dispregiativo del termine. Tu non hai identità, tu sei un mezzo umano... e dall'altra metà sei come me."

Il detective urlò che non era come lui, lui era diverso, era sano. Neanche si accorse che stava piangendo disperatamente.

"Ne sei sicuro?"

La sua pistola sparì.

Sua moglie sparì.

La sua casa sparì.

Non erano mai esistite; erano nella sua mente.

"Ma a differenza di me, ti mancano ancora tante cose da imparare."

"Ti mostro una cosa."

Il detective si sedette, con calma, in una vecchia sedia impolverata al centro del magazzino ormai vuoto e dominato dai topi e dal freddo. Non aveva più nulla per cui vivere. Non sapeva neanche di essere vivo, o di essere morto. Non sapeva più nulla ormai e, sinceramente, non gliene fregava niente. Era libero ora.

Psycho Roman prese il coltello più affilato che c'era sul tavolo.

"Pensi che io sia uno psicopatico? No James, io non lo sono".

Avanzò verso il detective.

Guarda la tua sigaretta che si spegne.

"Sono molto di più."

...

Non guardare ora.
[Modificato da IL TAGLIAGOLE CANADESE 09/01/2009 23:50]
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Ava Misfit
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10/01/2009 13:06
 
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SHOCKING!
Cavolo che spottone, l'atmosfera è troppo in stile Prison Break, seconda serie e questo è un complimento.
Mi viene voglia di riprendere la saga di Kratos in toni dark come in passato dopo averlo letto, sicuramente è entusiasmante.
Soltanto non ho capito il finale, non c'era la moglie??? E cos'è che non deve guardare? Spot con finale in sospeso, poi la news della morte del detective, grande personaggio!

Fantastico, grande lavoro, sono esaltatissimo. Tu leggi il mio di Kratos, mi raccomando.
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Re:
cell in the hell, 10/01/2009 13.06:

SHOCKING!
Cavolo che spottone, l'atmosfera è troppo in stile Prison Break, seconda serie e questo è un complimento.
Mi viene voglia di riprendere la saga di Kratos in toni dark come in passato dopo averlo letto, sicuramente è entusiasmante.
Soltanto non ho capito il finale, non c'era la moglie??? E cos'è che non deve guardare? Spot con finale in sospeso, poi la news della morte del detective, grande personaggio!

Fantastico, grande lavoro, sono esaltatissimo. Tu leggi il mio di Kratos, mi raccomando.








Pronostico il ppv in sala lottatori e poi leggo e commento subito. Grazie per il commento, per il resto ti spiego:

1: Non c'era la moglie, non c'era la stanza, non c'era la pistola. Erano tutti prodotti della mente del detective, conferma che questa era stata invasa dalla follia, che era stata trasformata dall'ossessione e che era diventata come la sua nemesi, come Psycho Roman.

2: Non deve guardare quello che succederà dopo, che mi sembra piuttosto ovvio.

[SM=g27811]
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