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Sweet Dreams Capitolo I {Spot Denny Andersson Best Night to Die}

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2006 22:41
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Antonio Fargas
30/10/2006 13:38
 
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Tic… Tac… Tic… Tac…

Notte fonda in quel di Los Angeles, le strade erano piene di pozzanghere dovute alla pioggia insistente del pomeriggio, ed esse riflettevano le insegne dei locali notturni.
Questo è ciò che Denny aveva intorno a sé, poche macchine, poca gente, solo prostitute che avanzavano richieste, anche per pochi dollari dato l’avvenente fascino dello svedese. Ma Denny proseguiva per la sua strada, passo dopo passo, secondo dopo secondo, accompagnato da un incessante ticchettio nella mente…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Ormai erano diverse ore che vagava senza una meta precisa, solo alla ricerca di un po’ di pace che faticava a trovare, cercando di sfuggire alla continua persecuzione mentale dalla quale era afflitto.
Un impermeabile cingeva il corpo dell’uomo che con le spalle strette e le mani in tasca cercava di superare i vicoli più bui, intimorito da chiunque potesse esserci a quell’ora, infatti le voci che giravano su quel quartiere non erano del tutto infondate, due uomini, poco più nascosti stavano picchiando un’altra persona, forse per soldi, forse per droga, ma Denny preferì proseguire, meglio cercare di risolvere prima i propri problemi, e poi fare i supereroi…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Niente, appena il ragazzo cercava di divagare mentalmente qualcosa dentro di sé aumentava il fastidio dovuto al ticchettio, non poteva pensare ad altro, forse non doveva.
Era dal pomeriggio che Denny era schiavo di questo intenso rumore, quasi fosse un avvertimento, un avviso, forse alla fine del fastidio, qualcosa sarebbe accaduto…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Il timore dello svedese era proprio questo, non sapeva cosa sarebbe successo alla fine del ticchettio.
Cosa gli sarebbe accaduto? Lui non lo voleva sapere, ma irrimediabilmente doveva attendere, con un’ansia crescente che lo stava portando ad essere sempre più nervoso…
Tra un pensiero e l’altro non si era accorto che era ricominciato a piovere, e sul suo volto le prime gocce d’acqua colavano fino al petto, ma non ci fece caso, e continuò a camminare fino ad addentrarsi in un parchetto…

Tic… Tac… Tic… Tac… Stop.

Denny si fermò di soprassalto, il ticchettio era terminato all’improvviso proprio di fianco ad un gazebo, dove egli trovò riparo da una pioggia sempre più insistente.
E’ come se qualcuno avesse fermato il ticchettio, come se qualcuno ne fosse padrone, padrone della sua mente.

“Il tempo è giunto, finalmente.“

“Chi sei?? Chi diavolo sei??” Tuonò Denny, visibilmente innervosito, con le mani nei biondi capelli bagnati, quasi per proteggersi. Purtroppo però non ebbe risposta, la sua voce rimbombò a vuoto nel parchetto fino a sparire…

“Ed ora, silenzio.”

Su queste parole Denny cadde a terra, immobile, le sue orecchie non percepivano più nessun rumore esterno, solo il battito del suo cuore…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Proprio così faceva il suo cuore, con questo ritmo, ecco perché forse non sarebbe finito mai. Un rumore insopportabile che veniva dal profondo di sé stesso, ma che d’improvviso si fermò, di nuovo, il suo cuore non batteva più, i suoi occhi si chiusero.

Riaprì i suoi occhi, ma non era più sotto il gazebo, non vi era più pioggia intorno a lui, bensì un bosco buio, oscuro. Si rialzò e si guardò intorno cercando di capire dove si trovava e, soprattutto, perché si trovava li.

“Questo non è altro che l’inizio, sopravvivi, e scoprirai cose che nella tua vita terrena non hai mai scoperto. Questo non è altro che quello che l’umanità ha fatto, sta facendo e farà, e tu sarai il primo, l’unico a vedere quali saranno le punizioni per coloro che nella vita hanno errato. Soffri per loro. Soffri con loro. ”

Denny rimase immobile, sconcertato da tali parole, e confuso si addentrò ancora di più tra gli alberi del fitto bosco.

“Io, io ero a terra, a Los Angeles, non capisco dove mi hanno portato, e non capisco nulla di quello che mi ha detto quella voce, perché io? Perché proprio io sono stato prescelto per capire cosa l’umanità dovrà sopportare dopo il trapasso?”

Il ragazzo non aveva nessuna idea precisa nella mente, vagava solamente in cerca di qualcosa o qualcuno che potesse aiutarlo, aiutarlo a capire, aiutarlo a tornare alla sua vita; questo bosco doveva significare qualcosa per lui, tutto ciò non era altro che frutto della sua immaginazione, tutto ciò che vedeva e che sentiva doveva avere un senso nascosto.

Continuando a camminare trovò un foglietto attaccato ad un albero con un chiodo, forse un indizio, infatti si avvicinò per leggere.

“Per proseguire devi trovare la luce, ma fa attenzione, non ti sarà permesso di sbagliare.“

Così recitava il biglietto, di fatto il punto di partenza dal quale Denny doveva partire, doveva trovare una luce, la luce.
Riprese il cammino alla ricerca della luce, avvolto nei suoi soliti pensieri, nella sua mente prendevano forma diverse situazioni, doveva trovare una luce ma non poteva sbagliare, doveva stare attento, altrimenti poteva rischiare di non vedere mai più la sua famiglia. Tutto è iniziato per qualche motivo, e lui doveva arrivare fino in fondo e scoprire il significato di tutto ciò.

“Ricorda, il tempo può essere consigliere, ma può anche essere il tuo peggior nemico, non abusare della sua bontà, potrebbe affossarti da un momento all’altro. E ricorda anche un’altra cosa, non ti fidare mai di nessuno, neanche di chi pensi possa essere la tua unica salvezza.”

La voce era tornata a farsi sentire, confondendo ancora di più Denny, che proseguì il suo viaggio per un piccolo sentiero tortuoso verso meta sconosciuta.
Pochi minuti dopo, un vecchietto si parò dinnanzi al giovane, era davvero malridotto; Casualmente le parole poc’anzi udite si materializzavano davanti ai suoi occhi, un vecchietto indifeso era proprio l’esca che poteva distruggere la sua vita, non era reale, doveva rifiutarsi di aiutarlo, infatti così fece.
Proseguì per la sua strada mentre il vecchietto alle sue spalle era ansimate dal dolore, inginocchiato a terra, con il viso smunto e pieno di ferite.
Denny cercava di non pensare a quel pover’uomo in fin di vita, rassicurandosi che fosse soltanto una finzione, che era quella la cosa da fare, ma neanche cinque minuti dopo lo stesso vecchietto era di nuovo a terra dinnanzi a lui, come prima ansimante di dolore.
Neanche questa volta Denny si fermò.

Un dolore immenso provava nel cuore il buon ragazzo, che agiva contro la sua volontà, ma per il suo bene. Come aveva detto la voce, doveva desistere da tutto e tutti, non doveva perdere tempo né farsi gabbare, doveva solo proseguire la sua strada verso la luce.

Dopo un’ora di cammino sullo stesso sentiero Denny scorse un piccolo bagliore di luce, era la luce che cercava, situata in cima ad un colle.
Più si avvicinava però, e più notava il paesaggio circostante, davvero tetro e inquietante, solo il colle incuteva un sentimento positivo nel ragazzo, ma all’improvviso, sulla via della salvezza un guerriero armato di spada bloccava il passaggio.

“Ero io, ero io quell’uomo al quale non hai salvato per ben due volte, come vedi era soltanto una prova per vedere se tu saresti stato degno di proseguire verso la luce, cosa che non accadrà.” Così esordì il guerriero contro Denny, che non sapeva cosa fare, se non tentare di spiegare l’accaduto. “Guerriero, tu sbagli, io non ti ho aiutato perché la mia vita è in pericolo, altrimenti ti avrei portato soccorso! Ti giuro, non avrei mai fatto una cosa del genere.” Tentò di scusarsi Denny ma non ci fu verso di far cambiare idea al guerriero, che dopo aver lanciato una spada vicino all’avversario partì all’attacco per uno scontro all’ultimo sangue.

I due si fronteggiarono per diversi minuti, le spade si intrecciavano in tutti i modi, il sangue delle piccole ferite sporcava i vestiti di Denny, che alla fine riuscì ad avere la meglio, con un colpo allo stomaco.
Era comunque provato, e strisciando tentava di giungere alla sommità del colle, ma quest’ultimo si allontanava sempre di più, la luce si affievoliva sempre di più, fino a scomparire.

Denny, incredulo, con le poche forze residue si rimise in posizione eretta, urlando delle spiegazioni da riceve da chiunque, che non tardarono ad arrivare.

“Tu sei uno stolto, ti avevo ben consigliato di evitare di fidarti di chi non conosci, eppure…”

“Io ho fatto come mi hai detto!.” Urlò rabbiosamente Denny. “Dove ho sbagliato?”

“Dovevi diffidare da chiunque ragazzo, soprattutto di chi non conosci, e ti ho dimostrato che tu non mi conosci. Per raggiungere la luce dovevi aiutare chiunque ti avesse implorato aiuto, ma non l hai fatto, credendo ciecamente alle mie parole, e come ti avevo preannunciato, preparati a soffrire, il tuo viaggio incomincia adesso. Ahahah. “

“No, non può essere, sei un bastardo, un fottutissimo bastardo, qualsiasi cosa tu sia.”

“Io? Io sono te Denny, siamo la stessa cosa, ed ora, buon viaggio.”

Il ragazzo venne risucchiato dalla grotta, quasi come se una forza superiore lo stesse tirando, i suoi tentativi di ancorarsi al terreno con le unghie furono esigui, nonostante esse stiano sanguinando. Il vero incubo di Denny incominciava in quel momento.
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30/10/2006 17:43
 
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A leggere il titolo comprendo che ogni tuo spot è legato ad una canzone [SM=g27831]
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Antonio Fargas
30/10/2006 20:47
 
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Nonono, solo che non riuscivo a trovare un titolo decente, ed allora ho messo questo, che è tra l altro azzeccato... E se ora leggessi lo spot? [SM=g27832]
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30/10/2006 21:29
 
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Re:

Scritto da: DX rulez 30/10/2006 20.47
Nonono, solo che non riuscivo a trovare un titolo decente, ed allora ho messo questo, che è tra l altro azzeccato... E se ora leggessi lo spot? [SM=g27832]



Per favore, ho appena mangiato... [SM=x1183764]
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30/10/2006 22:41
 
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Re: Re:

Scritto da: Kurtangle86 30/10/2006 21.29


Per favore, ho appena mangiato... [SM=x1183764]



[SM=g27834]
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