| | | OFFLINE | | Post: 5.647 Post: 554 | Registrato il: 26/07/2006 | Città: ACCIANO | Età: 30 | Sesso: Maschile | Handler | Uppercarder | Brock Johnson | |
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15/05/2008 23:45 | |
Un salone ampio e arredato con mobilia di raffinata classe, secondo uno stile minimalista ma ricco di preziosi particolari, dal lampadario a cascata in cristallo fino ad un elegante vetrina, con dentro prestigiosi distillati imbottigliati nel peggiore dei casi due decenni d’anni orsono.
Un uomo, a poche ore da un viaggio.
Un viaggio verso un luogo?
Verso un appuntamento?
Si, banalmente si potrebbe ridurre a una delle due cose, ma più precisamente, il capolinea del suo viaggio sarà una situazione, mentale, emotiva, fisica pesante e rievocativa, situata nel presente, con forti influenze nel passato, e predisposta fortemente nel futuro più prossimo.
Una sorta di incontro temporale, un viaggio verso un ipotetico anno zero della sua vita, dove il passato, il presente e il futuro si intrecciano diventando una cosa sola non più riconoscibile e misurabile, e per la cui era inevitabile che le sue emozioni poco prima di essa fossero in un ciclo di nostalgia, confusione e determinazione.
E’ agiato sul divano, in elegante pelle bianca, l’uomo, che ha deciso di dare un po’ di tempo di inoperatività ai suoi occhi, perdendosi nei ricordi, nei presentimenti e nei presupposti della sua mente, l’unico luogo da lui conosciuto in grado di generare questo buco temporale in fra qualche ora si dovrà imbattere.
Mentre lascia che le immagini, insieme alle rievocazioni passate, le sensazioni presenti e le previsioni future si alternino a velocità difficilmente misurabili nella sua profonda immaginazione, un’altra figura si aggiunge al silenzio sfarzoso di quella sala.
Entra dalla porta, e il suo stile eccentrico del vestire aggiunge lusso alla mobilia, con quel suo completo bianco lucido di stoffa raffinata.
“Siamo pronti, champ?”
“…”
“Che fai..non rispondi?”
“Senti, Fargas, non rompere il cazzo!Fra poche ora ci starò io su quel ring, quindi lasciami in pace..ho voglia di non sentirti per qualche minuto…”
“Ok, champ, ogni tuo desiderio è un ordine…cerco di non disturbarti e sbrigo delle faccende sul portatile..”
“Fai quello che ti pare..!”
Il sicuro sistema il suo portatile.
Il malinconico prende un goccio di rum scuro, il quale la copertina giura che ha passato ben ventitre anni a subire l’osmosi dell’aria contro delle lastre di legno di quercia.
Nello svolgere tali azioni, entrambi creano qualche anonima composizione di rumore, ma che è destinato ad esaurire presto il suo presenziare nella sala: pochi secondi e il silenzio torna nuovamente ad essere prezioso alleato del luogo.
Il sicuro osserva lo schermo del suo portatile, prima di iniziare la sua minuziosa ricerca dei caratteri utili allo scopo.
Li ha trovati…
Ogni uomo, di quest’era o di quelle passate, o anche di quelle future, nasce e cresce con un virus incurabile.
La recidività.
Si, gente, la recidività è una malattia che l’uomo non si è mai tolto.
E non parlo del concetto che i dizionari e il pensiero comune associa a tale parola, assolutamente no.
Come sempre, le mie opinioni vanno oltre il pensiero comune e il pensiero dogmatico.
Sarà forse un filosofo, non so…di certo sono un recidivo anche io, perché come sempre quando ho qualche cosa che mi gira per la testa la scrivo qui.
E lo sto facendo anche ora. L’ho fatto una settimana fa. E lo farò in futuro.
L’uomo è fatto per ripetersi.
O meglio ancora, per ripetere le sue azioni: se esse si rivelano sbagliate, o giuste: il virus impone lui di rifarle, e l’uomo è in continua lotta con il virus.
Forse è proprio questa la chiave per svelare il modo di misurazione e di controllo dello scorrere del tempo: la recidività.
Un esempio pratico?
Bè, a pochi passi da me, in questo momento c’è un uomo che tempo fà amo una donna…
Il malinconico, è agiato sul divano.
Le sue labbra fanno da lascia-passare, il suo palato da principale benefattore, la sua gola da viadotto di collegamento, il suo fegato da impotente vittima.
Facendo un sunto: sta sorseggiando il suo bicchiere di Rhum.
E lo stralcio temporale che attanaglia i suoi pensieri è lo show, la cui cornice sono proprio le sensazioni organiche-olfattive che il distillato provoca.
Ora con la memoria è qualche anno indietro.
Pioggia: la ricorda bene.
Il rosso dei suoi capelli, ancor meglio.
La sua soddisfazione, quando fece in modo che quel rosso si allontanò dalla pioggia: è come se fosse viva di nuovo in lui, come se fosse riuscita a fare un salto temporale di qualche anno e tornare a riempirgli il petto in questo momento.
Finì diversamente dai suoi progetti: strinse un’ intesa professionale.
E senza avere nemmeno il tempo di valutare se le prestazioni professionali di quella ragazza erano efficienti o no…se la ritrovò nel suo letto.
E nel suo cuore?
E nel suo cuore.
Forti erano i sentimenti, forti erano le ambizioni.
Forti erano loro due: i fatti lo dimostrarono.
Se lo ricorda bene, il malinconico, ed è come se le stesse rivivendo quelle situazioni.
Arrivo sul tetto del mondo…e c’era lei.
Viveva la vita di tutti i giorni…e c’era lei.
Bello, tutto molto bello.
Ma non era un automa: era un essere umano anche lei, e anche lei aveva ambizioni, aveva sogni.
Troppo simili ai suoi.
E troppo grandi adesso erano i suoi: così ingombranti che necessitavano di lei.
Nella vita di tutti i giorni.
E nelle cime più alte di quel tetto del mondo che gli andava stretto.
Ma lei..c’era?
No..di fatto.
Lo ricorda, il malinconico: fù rottura…rottura grave.
Amore e ego si miscelarono come in un buon ghiacciato Dry Martini, e la loro storia portò forse a belle serate mondane e situazioni focose, forse..
…ma sicuramente portò alla gloria quest’uomo, capace di imporsi sul resto della compagnia, capace di togliersi soddisfazioni cui elencarle sarebbe per me ora inutile e dispendioso.
Poi..qualcosà accadde..nella vita di questi due.
Io che sto scrivnedo, al tempo…ero semplicemente uno dei tanti su cui egli si impose.
Un pazzo alla ricerca della realizzazione di un utopia: forse quel periodo di non troppi successi è stato il mio modo per ringraziare il fato di avermi concesso fin troppo successo nei campi in cui si può parlare di utopia se la mia persona NON ottiene successo.
Ma volevo provarci: ci ho provato, non è andata troppo male, ma neanche troppo bene.
Ma torniamo a parlare del recidivo che ho affianco: tra lui e la rossa( si, aveva dei capelli rossi la ragazza, a me non fanno impazzire..lui ci cascò con scarpe e stivali) la cosa finì.
Finì professionalmente, sentimentalmente, consensualmente: cosa importa?
Finì.
Ora, se vi ho detto che il virus più diffuso nel genere umano e questa particolare “recidività”, rispondiamo facilmente ad una domanda..
….può qualcosa finire nella vita di un uomo?
No, in un modo o nell’altro..ritorno.
E ritorno, nella Notte dell’epica.
Uno di fronte all’altro.
Non cadiamo in banali sentenze: prima erano affianco, ora erano contro.
E non afferriamo stupide considerazioni come un Re il suo scettro: lei voleva emergere senza di lui; lui non aveva più bisogno di lei.
I due rubarono al tempo e al suo scorrere lo stesso pezzo di esso: insieme prima, insieme dopo.
Che prima si cambiavano baci e quella notte si scambiarono schiaffi…ha un’importanza tanto relativa quanto utile ai fini narrativi.
I due, si ritrovarono di fronte.
Uso “ri”, perché di fronte erano stati anche mesi prima, quando si incontrarono.
Lui sconfisse lei: la convinse ad affiancarsi a lui, e grazie a lei raggiunse tutto.
Lui sconfisse lei, nella notte dell’epica, nella notte dove viene messo agli atti ciò che accade, per poi prendere il proprio posto riservato e prestigioso nella archivio dei ricordi di chi ha interesse.
La volle sconfiggere ancora….e lei?
Volle essere sconfitta ancora.
Fù il fato.
Fù il caso.
Fù…il virus!
Il malinconico ha completamente raggiunto un’altra dimensione.
Niente muta in lui: il solito sguardo, il solito pensiero, la solita posizione fisica, il solito Rhum , le solite sensazioni: sembra quasi che il tempo intorno a lui abbia deciso di farsi i propri interessi, dimenticando di dover scorrere su quell’individuo.
E in lui?
Fù rottura…si ricordo.
Fù rottura e poi scontro: fù duro.
Ma scese a patti con se stesso: se ne fregò e fece quello che fù meglio per lui: fece quello che doveva fare…che sapeva fare.
Distrusse lei.
Distrusse loro.
Poi il vuoto: il tempo, quello dei successi questa volta, si arrestò: e il tempo, il suo in quella realtà, finì.
Distrusse se stesso.
Fisicamente, psicologicamente e in ogni modo che un qualsiasi avverbio possa descrivere, distrusse se stesso.
Forse, baciato dal fato o semplicemente incoscientemente e inconsapevolmente saggio, fece quello che fù meglio per lui….DI NUOVO, UN'ALTRA VOLTA.
Fece qualcosa di cui pensava non essere capace: distrusse la sua immagine, distrusse il suo passato, distrusse il suo fisico, distrusse le sue capacità, distrusse il suo presente,distrusse il tempo, costruì base forti…per distruggere il suo futuro.
E lei?
Lei…fece quello che aveva sempre fatto.
Figli dello stesso destino, quello di lui, fece qualcosa per lei.
Costruì.
Costruì una sua nuova immagine, costruì una sua nuova forza.
Costruì una sua fama, si costruì dei successi.
Poi…??
Come vogliono le leggi della natura, la parola passa al futuro.
Il futuro, costola del tempo.
Tempo!
Tempo, gente, tempo!
Fategli tempo e il virus salterà fuori.
Quest’ uomo, poi, finì la sua vita lì dentro.
E guarda caso: iniziò quella della ragazza, è un virus sceneggiatore, bisogna riconoscerglielo.
Lui?
Lui lo ritrovai io, a fare lo schifo per conceder tempo al virus, che stava aspettando il momento giusto per bloccarlo, il tempo, e fare il suo dovere: ammalare gli eventi, e le persone.
Lei?
Lei..brava, senza di lui, riuscì a scrivere qualche piccola nota..da rchiviare nel medesimo archivio che prima vi ho descritto.
Ed ecco qua, gente: il virus!!
Io?
Tornai, in quel luogo…con la coda fra le gambe…..
…..ma con il cortello nei denti!
Sì, quel posto che forse rappresenta uno dei momenti non troppo esaltanti della mia vita: mi rivolle indietro, o meglio…lo rivolle il virus.
E con me?!
Lui!
E contro di noi?
Lei!
Qualcuno trovi un antidoto…questo virus sta facendo una strage…
Sospira, il malinconico.
Ma è probabile che non se ne sia nemmeno accorto.
Il futuro…costola del tempo.
E ciò che ora occupa la sua mente.
Qual è il suo futuro?
Lei.
Che fa il suo passato.
Scorre sempre , il tempo?
C’è una prova che niente può fermarlo?
Si chiede, quasi vergognandosi dei deliri che produce la sua mente, camuffati da quesiti.
Ha ricostruito tutto.
Tutto ciò che aveva distrutto.
Era pronto per tornare al suo passato, al suo tempo.
E chi c’era lì…ad aspettarlo?
Aspettarlo dinamicamente, continuando la sua vita, continuando il suo scorrere del tempo, non aspettarlo staticamente, sarebbe una cosa troppo prevedibile, scontata e semplice.
C’era lei.
Poco, se ancora possiamo essere sicuri di utilizzare queste espressioni di tempo, manca al suo incontro con lei.
L’incontro con il suo passato.
Nel suo presente.
Per il suo futuro.
Davvero, il tempo passa?
Di certo, passa la voglia di perderlo in ricordi, quesiti e stati d’animo.
E così è per lui.
La bocca ricorda al fegato che la loro faida non è terminata: un ultimo goccio di spirito, e solo il bicchiere vuoto può conceder una tregua ai bellicosi.
Il nostalgico si alza.
E’ irrazionale sentire che il tempo non passa mai: si convince.
Ma non illogico credere che esso sia a corto di idee.
Se c’è ancora lui, è perche fato e tempo così si son accordati.
Se tra lui e lo scorrere degli eventi c’è ancora lei, vuol dire che questa era la clausola del loro contratto.
E se tutto sembra ripetersi, c’è solo una teoria che può stare in piedi senza rischiare troppo di crollare sui suoi stessi arti.
“One…More..Time..!”
Ma, signori, facciamogliela compiere questa strage.
Di certo, non ci saranno innocenti al rogo.
A bruciare sarà solo uno dei sintomi del virus stesso: il tempo.
Brucierà.
E racconterà storie.
Scrivera epica.
Farà sostanza di lirica.
Ripeterà tutto quello che in realtà si è sempre ripetuto.
Si fermerà per qualche secondo, per fare in modo che per il tempo necessario, il passato, il presente e il futuro si uniscano, in una sola cosa: un tempo immobile, infuocato, recidivo.
Recidivo è il tempo.
Recidivo è il fato.
Recidivo sono gli uomini.
Recidivi sono i racconti, l’epica, la lirica sostanza.
Sempre si ripetono, e il virus se la rida, alla faccia di tutti.
Alla faccia mia, che avrò un’altra tacca ala voce “scommesse vinte-affari conclusi” sul mio, si perché no, recidivo e ripetitivo curriculum
Alla faccia di questo nostalgico figlio del destino, che ripeterà ciò da cui è scappato, per averlo di nuovo, per far felice il suo virus.
Alla faccia della storia, che forse prima o poi si stancherà di essere sempre uguale.
Alla faccia del tempo, che deve fermarsi a discutere con il virus perché lo lasci fare il suo mestiere.
E tutto si ripeterà.
E visto che ad “ammalarci” saremo io e questo ragazzo qui.
Bè..per fortuna.
Tutto è pronto…per esistere…
One
More..
“Come dici?”
“Chi? Io?”
“Si…”
“No dicevo…un'altra volta!!Un ‘altra volta a scrivere su quel cazzo di computer!
Muoviti…dobbiamo prendere il volo..”
“Si…ho finito…come ti senti?”
“Come..in passato…”
“Bè…bene così..allora..andiamo..”
TIME!!!!
Qualcuno non mi crede?
O, diamo a Cesare quel che è di Cesare, no ci crede?
Oh, nessun problema, il virus non soffre di protagonismo, a differenza nostra.
Quindi, non chiedo di aver conferma a ciò che scrivo…..
….da chi legge.
La conferma me la darà…il tempo….quandò sarà ora di fermarsi.
Schifoso Virus immortale e incurabile!!
CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEECK!!!!!
[Modificato da vd2 15/05/2008 23:45] |