In una comune sala d’aspetto, un uomo e una donna seduti guardano il vuoto.
Lui si stanca di fissare il nulla e prende una rivista, lei sembra voler dire qualcosa, poi si ferma. Lui continua a leggere o almeno fa finta, lei sta ancora pensando se dire qualcosa o meno. Lui si accorge che la donna stava per rivolgergli la parola, abbassa il giornale e la fissa. Lei trova il coraggio e finalmente tira fuori le parole.
Lei:” Io…io…credo di conoscerla.”
Lui:”Uhm strano..di solito non frequento molto questi posti”
Lei:”Prima volta dallo psicologo?”
Lui:”Si..e mi viene anche da ridere al solo pensiero di essere qui, seduto, ad aspettare di parlare con uno strizzacervelli”
Lei:”Come mai le viene da ridere, se permette…ah comunque…piacere il mio nome è Susan!”
Lui:”Il piacere è tutto mio….mi chiami pure Max. Comunque le dicevo che mi viene da ridere perché ho sempre pensato che le persone che andassero dallo psicologo, fossero solo degli stupidi che andava a buttare i propri soldi. Addirittura avevo un’amica che ci è ha andata solo perché il ragazzo l’aveva mollata!”
Susan:”E’ sicuro che sia questo il motivo della sua avversione verso gli psicologi?”
Max:”Lei forse crede il contrario?”
Susan:”Se devo essere sincera, secondo me lei ha solo paura di esporsi a 360° con una persona totalmente estranea. Raccontare i propri segreti, le proprie preoccupazioni, i propri pensieri è una cosa che è estremamente delicata, soprattutto se si nascondo scheletri nell’armadio”
Max:”Vuole insinuare qualcosa?”
Susan:”No assolutamente, volevo solo esporre la mia ipotesi, che credo che sia più che fondata. “
Max:”Beh vede Susan, posso darle del tu?”
Susan:”Certo, parli liberamente con me, sono una madre di tre figli e lei è così giovane che potrebbe essere uno di loro.”
Max:”Beh vede, sono qui perché ha insistito la mia fidanzata.”
Susan:”Lei è preoccupata per qualcosa?”
Max:”Beh si, ultimamente soffro d’insonnia. Non riesco a dormire in alcun modo, la notte invece di avvolgermi tra le coperte, scendo in strada a fare footing. Tutte le notte indosso tuta e scarpette e corro, corro fino all’alba, anche se piove a dirotto….io corro!”
Susan:”L’ultima volta che ha dormito, ha sognato?”
Max:”Beh si. Ricordo gli ultimi giorni che riuscivo a dormire facevo quasi lo stesso sogno, poi non sono più riuscito a chiudere occhio.”
Susan:”Non è che aveva paura di rifare quello stesso identico sogno, magari è per quello che non riesce a dormire.”
Max: “Si, è stata la cosa ha cui ho pensato, ecco perché anche io mi sono convinto a venire qui, magari parlandone con lo strizzacervelli, la mia insonnia sarebbe guarita.”
Susan:”Sarebbe difficile per le se le chiedessi di raccontarmi questo sogno?”
Max:”Beh…perché no! Sono al bar con degli amici e giochiamo a Poker, si gioca alla texana quindi due carte a testa e cinque sul tavolo. Non è che lo ricordi benissimo, comunque sto giocando e nella mia mano ci sono K e J di picche. Sul tavolo ci sono Q, A, 10 di picche, un 7 di quadri e un 3 di fiori. Nel Poker quando si mette insieme A, K,Q, J E 10 dello stesso colore si fa scala reale, praticamente imbattibile. Allora non perdo tempo e decido di puntare, ma mi guardo intorno e non ho ne una fiche, ne un soldo. Non ho nulla! La migliore mano della mia vita e non ho nulla da puntare. Poi però guardo intorno alla mia vita e vedo la mia cintura, il King Of Fight.”
Susan:”Ecco perché dicevo di conoscerla! Lei è un wrestler! Mio figlio più piccolo è un malato per il Wrestling! Maximo!!! Ora ricordo! Mio figlio ci costringe a vedere solo quello in TV, praticamente in famiglia siamo diventati esperti! Comunque, mi scusi se l’ho interrotta, continui!”
Max:”Beh Susan, decido quindi di mettere sul piatto il mio titolo, per me è una cosa importantissima, ma praticamente ho già vinto!”
Susan:”E allora che succede.”
Max:”Appena decido di puntare il King Of Fight, gli altri partecipanti si mettono a ridere…secondo loro il titolo non vale nulla e quindi non posso giocare”
Susan:”E tu Max…credi anche tu che non valga nulla?”
Max:”Beh, a volte ci penso davvero, credo che realmente sia un titolo di secondo piano, un titolo di cui la WBFF non sapeva che farsene e lo affidato a me, come una sorta di contentino, di premio per i miei anni di fedeltà alla federazione. Forse hanno solo cercato di dare più prestigio alla cintura, ma per uno che è abituato a lottare per il titolo del mondo, pesa e fa male quel King Of Fight attorno alla vita…ad essere sincero, penso a queste tutte le dannate sere!
Susan:”Ora credo che lo tu lo abbia già capito.”
Max.”La mia insonnia è dovuto a questo.”
Susan:”Già, lei crede di esser un lottatore finito e che le abbiano dato questa sorta di “contentino” come lo chiama lei per l’impegno e la devozione verso la sua federazione, ma provi a pensarla in modo diverso, si chieda perché ha deciso di tornare a fare il lottatore!”
Max:” Perché non possiamo cambiare ciò che siamo, il mio maestro diceva che ogni lottatore ha un guerriero dentro. Fino a quando il guerriero e vivo e vegeto all’interno del nostro corpo, si deve combattere. Per questo sono tornato in WBFF, combattere!”
Susan:”Ed è lo stesso motivo per cui quando non riesci a dormire, scendi in strada e cominci a correre, perché sei un combattente! Perciò ti hanno dato quel titolo “King Of Fight”, il “Re del Combattimento”, perché se l’unico che riesce ad incarnare l’essenza e il significato di quella cintura, l’unico che può ridarle gloria e renderla prestigiosa. C’è una bellissima canzone dei Candlefuse, il ritornello fa così…
“I'm a fighter strong and brave
Won't you run with me?
I'm pursuing a life of faith
Because I believe”
Trad:
"Sono un combattente forte e coraggioso
Non vuoi correre con me?
Sto seguendo una vita di fede
Perchè io ci credo"
Susan:”Tu Max, tu sei il combattente della canzone! Sei tu quello che corre! Sei tu quello che ci crede!Tu ci credi!”
Max:”Si io ci credo!”
La donna si alza, s’infila il giaccone e si avvia verso la porta..
Susan:”Signor Thompson, la seduta è finita.”
Max:”Lei….lei…..è”
Susan:”Si io sono lo “strizzacervelli”, per la precisione Dottoressa Susan Mendez, il suo psicologo personale.”
Max:”Mi avevano detto che aveva modi alquanti bizzarri, ma non fino a questo punto.”
Susan:”Mi hanno comunicato della sua avversione verso gli psicologi e quindi ho temuto che questa barriera avrebbe potuto crearmi delle difficoltà. Quindi ho annullato tutti gli appuntamenti e mi sono finta madre apprensiva in vena di consigli affettivi.”
Max:”Come sapeva che le avrei detto tutto questo.”
Susan:”La sua ragazza mi ha detto del suo attaccamento alla figura materna, e siccome ho davvero cresciuto tre figli, per me non è stato difficile farmi dire ciò che volevo sapere.”
Max:”Grazie! A presto!”
La psicologa sta per allontanarsi quando si ferma e rivolge un ultimo saluto a Maximo.
Susan:”Ah Signor Thompson….”
Max:”Si?”
Susan:”Sogni d’oro!”
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