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Motivazione della salvezza. [Spot Stivi x Supershow Death Shiver]

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2007 03:00
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Stivi / Canzano
20/01/2007 18:12
 
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Motivazione della salvezza.

[Riassunto dello spot precedente: dopo aver assassinato la sorella dandole fuoco, Stivi viene vinto dal rimorso e tenta il suicidio gettandosi nella acque gelide di un laghetto artificiale. Salvato all’ultimo istante da un avventore, si convince che a spingerlo al folle gesto sia stato Hugh Perenzio, suo acerrimo nemico, che lo avrebbe soggiogato…]

08. Cure e quesiti.


Si sente come se stesse bruciando… Una calore enorme lo pervade… Il sudore bagna il suo corpo e le lenzuola che lo coprono…

Stivi riapre gli occhi e si ritrova in un habitat che non riconosce come proprio. La penombra della tapparella, abbassata per metà, gli racconta di una stanza da letto a lui sconosciuta. È passato dal vuoto al sonno senza soluzione di continuità per ritrovarsi spaesato in casa di sconosciuti. Lo hanno accudito, gli hanno dato ricovero. In tutto questo, vive una sola domanda, perentoria: perché?

Si alza a sedere sul letto, e sente che la stanza tutt’attorno a lui è in lento vorticare. Riconosce quella sensazione: febbre. Non potrebbe essere altrimenti. È passato attraverso le acque gelide di un laghetto artificiale, per poi venirne estratto con la forza, a farsi sbattere dalla gelida brezza di quel giorno. Quale giorno? Quanto è passato? Quanto è stato via, questa volta? Ma esiste anche un’altra domanda: ha ancora voglia di morire? All’apparenza, gli pare di no; ma forse sotto, nell’inconscio, aldilà delle sensazioni primarie da indagare adesso (la febbre, il disorientamento), quella sensazione se ne sta rintanata, pronta a balzare fuori ed a colpirlo nuovamente. La cosa non lo rende entusiasta, non più. Quella depressione di stampo paranoico ora è sopita, e il pensiero di aver tentato il suicidio, adesso gli mette i brividi. O è la febbre?

Ma la domanda è sempre la stessa: perché?
Sarà che si sente così diffidente da non poter credere nemmeno a se stesso. Sarà che nell’ultimo periodo la sua vita gli ha posto davanti tanti e tali ostacoli, ma non se la sente di riporre negli altri l’ingenua fiducia di un tempo. Quello Stivi, quel ragazzo che non pensava alla gravità che può raggiungere l’esistenza, ora non c’è più. Ora c’è uno Stivi nuovo, più maturo ma anche più rassegnato alla negatività della vita, che sente perfino il peso di un cielo da sostenere sulle spalle, l’instabilità di una terra nella quale non sprofondare. No, una persona che compie queste elucubrazioni non sta cercando di suicidarsi. È stato un pensiero stupido. Costituirsi per aver ucciso la sorella? Ecco un altro pensiero stupido. Fuori discussione; adesso ha un nuovo obiettivo.

Tale nuovo obiettivo è trovare Hugh Perenzio. Era perfettamente lucido quando la rivelazione su chi fosse quella voce al telefono, quel giorno, in quel fottutissimo motel, lo ha colto. Non l’ha dunque dimenticato. Dietro a tutto, c’è ancora quella ombra d’uomo, che trama, e brama, e tutto ciò che brama raggiunge, giocando con l’illecito. Ma come fare a trovarlo? Dove si nasconde una persona come lui, che elude la legge come pratica quotidiana? Dappertutto e da nessuna parte.

Indagherà, ecco quello che deve fare. Troverà complici, aguzzini, stipendiati di quell’orribile mafioso e si farà raccontare da loro ogni cosa: dove si trova, quali sono i suoi affari illegali, perfino quanti capelli ha in testa. Deve sapere ogni cosa. Sa comunque che, in ogni momento deciderà di iniziare detta ricerca, dovrà stare particolarmente attento, dovrà essere cauto, valutare anche il minimo spostamento. Quando hai a che fare con dei serpenti, ti può capitare di finire fra le loro spire in ogni momento. E qui si tratta di serpenti particolarmente velenosi.

Quello che devo fare.
(Ma non ora, idiota! Con calma…)
Quello che devo fare.
(Ragiona, non essere impulsivo…)
Quello che devo fare, che devo fare, che devo fare!
(Agisci con intelligenza e saggezza, idiota. Non come con Melody…)

No, pensare a Melody è troppo doloroso in questo momento. A quel pensiero, preferisce la silente melodia di un nuovo sonno.


09. Come un figlio.


Una voce lo chiama… Lo estrae da un sonno placido come non ne faceva da tempo… Mentre si sveglia, ne sente già la nostalgia…

Di fianco a sé vi è un uomo sulla cinquantina, ma forse è più giovane, vedendo le mani delicate. È l’uomo che lo ha salvato dal suo sciagurato tentativo di suicidio. Lo guarda con uno sguardo amorevole, ha un piatto di calda minestra fra le mani e glielo porge. Cibo. Quasi ha dimenticato lo stimolo della fame. Ma di fronte alla pietanza, il suo stomaco ne dimostra subito il bisogno, borbottando.

“Tieni,” gli dice l’uomo. “Ti farà bene mangiare qualcosa.”

“Grazie…”

Mentre Stivi si nutre di quel semplicissimo pasto che a lui sembra una leccornia, l’uomo lo osserva con occhio amorevole. Quello che, una volta divenuto adulto, non ha più visto sul volto di suo padre.

“Come ti chiami, ragazzo?”

“Stivi.”

“Stivi sta per Stephen?”

Stivi scuote la testa. “Sta per Stivi. Si scrive come si legge.”

L’uomo sorride. Il suo sorriso è piacevole, gli ricorda il tempo in cui era bambino. “È un nome strano. Se posso permettermi, ovvio…”

“Anche i miei genitori erano dei tipi… strani.”

“Strani?” chiede l’uomo.

“Bigotti è forse il termine giusto. Fanatici cattolici, li descrive ancora meglio.”

“Hai detto erano. Sono…” Il sorriso è sparito, sostituito da una paterna espressione di preoccupazione.

“Vivi. Ma non li vedo da anni. E prima che tu me lo chieda, è solo che le nostre strade si sono divise. Definitivamente. Adesso ho io una domanda per te…”

“Frank. Chiamami pure Frank.”

“Bene, Frank…” Ingoia l’ultima cucchiaiata di minestra, dopodiché restituisce il piatto vuoto. “Io… apprezzo molto quello che stai facendo per me, dico davvero… E… no, no, non schernirti, non ha senso… Quello che mi chiedo è… perché? Raccatti un tizio che cerca il suicidio per strada e giochi a fare la crocerossina? È questo che fai di solito? Non voglio essere offensivo, sia chiaro, è solo che voglio capire.”

“Riesci ad alzarti?” gli chiede Frank, con un’umidità nello sguardo che prima non aveva.

“Credo di sì…”

“Vieni con me…”

Lo conduce in una stanza da letto, perfettamente arredata, pulita fino alla paranoia, ma con un soffocante odore di chiuso. Frank si gira verso di lui, adesso è vistosamente commosso. Quando inizia a parlare, gli trema la voce.

“Questa è… era la stanza di mio figlio. L’ho lasciata intatta com’era il giorno in cui se n’è andato. Questa è una delle sue foto.”

Gli porge una foto incorniciata. Stivi vi scorge un simpatico ragazzo sui diciott’anni, un po’ magro per la sua età, ma di sicuro in salute.

“Quella foto è stata scattata quando aveva diciassette anni, pochi mesi prima che morisse.” Frank estrae un fazzoletto, si asciuga le lacrime. “Sua madre… mia moglie… la cara Sarah… è morta poco dopo, logorata dal dolore.”

“Mi dispiace, ma… Cosa c’entra con me?”

“Aveva il tuo stesso problema. Soffriva di vuoti. Un giorno voleva uscire con la bicicletta. Io volevo impedirglielo, ma poi Sarah ha insistito, ed ho ceduto. Al primo incrocio, Mark ha avuto il suo vuoto, ed un camion l’ha travolto. Sarah è morta per il senso di colpa…”

Piange come un bambino, il caro Frank… il caro, amorevole Frank.

“Capisci, adesso? Tu sei come mio figlio. Sei come un figlio, per me.”

Stivi guarda ancora la foto del ragazzo.

“Fammi un favore, riponila tu. Come un figlio… Come un figlio…” Continua a ripetere quelle tre parole, mentre Stivi gli dà le spalle e poggia la foto sul comodino dove si trovava prima. Ad un tratto la disperazione di Frank sparisce dalla sua voce, che si fa dura. “COME UN FIGLIO DI PUTTANA!” sbraita.

Stivi ha appena il tempo di girarsi e di vedere Frank aggredirlo con il calcio di una pistola, poi la botta alla testa lo sottrae ai suoi sensi.


10. Sequestro!


Un’umida cantina… I polsi imprigionati da delle catene… Freddo, smarrimento e rabbia sono le prime sensazioni… Oltre alla visione di Frank, dritto davanti a lui…

“Bentornato fra noi.”

Stivi si ritrae, per quel che può. “Chi cazzo sei, eh? Sei un maniaco, un pazzo sadico? Chi cazzo sei, stronzo? Mi hai raccontato una sacco di balle, le tue erano solo fottutissime balle.”

Frank gli punta la pistola davanti alla faccia. “Fai silenzio.”

La pistola non intimidisce Stivi. La molla dettata dall’istinto di autoconservazione non è ancora scattata. “Sì… Sei un pazzo sadico, ecco che sei. Ma caschi male, ragazzo mio. Anch’io lo sono. Ho ucciso mia sorella, se ti preme saperlo.”

“Hai ucciso tua sorella? Ne sei proprio sicuro?”

Stivi ha un moto di rabbia. “Che cazzo dici?”

“Aspetta, c’è qualcuno che vuole vederti, Stivi.”

La porta della cantina si apre, ed entra una figura femminile, dai lunghi capelli biondi e dalla corporatura snella. Gli si para davanti ed esordisce con un: “Ciao, fratellone…”

Il volto è sfigurato sul lato sinistro, e la sua chioma di capelli non è più perfetta come un tempo, lascia intravedere squarci di cuoio capelluto, ma è indubitabilmente lei, risorta dalle fiamme che avrebbero dovuto divorarla.

“Melody…”

Con voce dura, la ragazza si rivolge verso l’uomo al suo fianco. “Lasciami la pistola e aspetta fuori.”

Melody si pone di fronte a Stivi, indicandosi la parte sfigurata del volto: “Hai visto che bel regalino mi hai fatto?”

“Melody, io… mi dispiace, ho fatto un errore… e…”

“Hai fatto un errore?” scatta la sorella. “Avresti potuto uccidermi, stronzo! E lo chiami errore? Ora ti dovrei uccidere con le mie mani. E invece…”

“E invece?”

“Invece lo farò con questa fredda pistola. C’è meno soddisfazione, ma il risultato è assicurato. Più dei roghi improvvisati di certo.”

Gli punta la pistola davanti alla faccia. Adesso Stivi ha davvero paura. “Aspetta, Melody… Ragiona… Io capisco che tu voglia vendicarti, ma…”

“Vendicarmi?” lo interrompe la ragazza. “Ma guarda che io non voglio affatto vendicarmi. Lo faccio perché mi pagano.”

“Ti pagano? Chi ti paga? Chi è il fottuto bastardo?”

Melody sorride ironica, un sorriso bellissimo fino a qualche tempo prima, ma ora deturpato dalle fiamme. “H.P.” dice semplicemente.

“H.P.?” Stivi ci pensa su un momento, dapprima non capisce, poi… “Hugh Perenzio! Brutta troia fottuta, lavori ancora per quel figlio di puttana!”

“Di più. Sono la sua amante. Ti ho permesso di sfidarlo solo perché sapevo che non ce l’avresti mai fatta contro di lui. Purtroppo però non sei morto, e questo mi dispiace perché mi avrebbe risparmiato alcune piccole rogne, specie quella di bruciare viva.”

“Non posso… non posso crederci, tu…”

“Che bel pigiamino che hai, fratellone…” esclama ad un certo punto Melody, cambiando repentinamente discorso. “Te l’ha dato Frank?”

“Non si chiama Frank.”

Melody ride sguaiatamente. “Su questo hai ragione. È solo che pensavo che è troppo grigio. Ci starebbe bene un po’ di colore. Un po’ di rosso, per esempio.”

Dicendo questo, fa un passo indietro e spiana la pistola davanti a sé.

“No, Melody, ti prego… Pensaci su, cazzo… Sono tuo fratello… Melody!”

BANG

AAAAAAAARGH!

Un urlo… Significa che è ancora vivo… Il dolore è vita, ed è piacere…

Melody all’ultimo momento ha cambiato mira, sparandogli al polpaccio destro, che adesso sanguina copioso.

“Un po’ alla volta,” gli dice Melody, avvicinandosi a lui. “È così che voglio ucciderti. Un po’ alla volta…”

Detto questo, gli sputa in faccia e se ne va dalla cantina, incalzata dalla voce di Stivi che gli grida: “Melody! Melody, aspetta! Sono ferito, Melody! Melody! MELODYYYYYYY!”

Bisbiglia fra sé il nome della sorella qualcosa come un migliaio di volte, poi cade preda di un delirio che mescola i ricordi con le visioni, i pensieri con gli incubi, e ne rimane avvolto per alcune ore.
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Pixero
20/01/2007 21:41
 
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A me è piaciuto!!! molto ...solo una cosa... è finito qui??? dai mi hai alsciato cosi [SM=x1183762]
Ti dirò è molto bello alcune scene mi hanno colpito molto! il tuo PG mi piace mi ricorda un pò me quando facevo tutta una storia unica assurdamente lunga e bella ! poi terminai quel lungo ciclo qui in WBFF con il mio primo spot in questa fed .
Stivi sei indubbiamente un gran spottatore! [SM=g27811]
Il mio giudizio non può che essere positivo!!! I dialoghi sono scorrevoli e molto ordinati! Non so se la fine è da premiare o no però...cioè a me subito mi è sembrata una cosa sbaglaita terminare con un taglio simile lo spot. Poi devo dire che mi è sembrata una scelta per tenere in attesa i lettori per come dire "la prossima puntata" cose del tipo...riuscirà il nostro eroe a salvarsi da queta intricata situazione? [SM=g27828]
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21/01/2007 03:00
 
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Re:

Scritto da: fat Shark 20/01/2007 21.41
A me è piaciuto!!! molto ...solo una cosa... è finito qui??? dai mi hai alsciato cosi [SM=x1183762]
Ti dirò è molto bello alcune scene mi hanno colpito molto! il tuo PG mi piace mi ricorda un pò me quando facevo tutta una storia unica assurdamente lunga e bella ! poi terminai quel lungo ciclo qui in WBFF con il mio primo spot in questa fed .
Stivi sei indubbiamente un gran spottatore! [SM=g27811]
Il mio giudizio non può che essere positivo!!! I dialoghi sono scorrevoli e molto ordinati! Non so se la fine è da premiare o no però...cioè a me subito mi è sembrata una cosa sbaglaita terminare con un taglio simile lo spot. Poi devo dire che mi è sembrata una scelta per tenere in attesa i lettori per come dire "la prossima puntata" cose del tipo...riuscirà il nostro eroe a salvarsi da queta intricata situazione? [SM=g27828]



L'idea è proprio quella di lasciarvi un po' in sospeso con un finale aperto. Poi vedremo se l'ho azzeccata. Riky ha fatto un ottimo spot, però... Se vincesse lui, nulla da ridire!
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