| | | OFFLINE | | Post: 2.702 Post: 457 | Registrato il: 18/10/2006 | Città: TARANTO | Età: 33 | Sesso: Maschile | Handler | King Of Fight | Antonio Fargas | |
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29/11/2006 23:19 | |
X: “Svegliati, il padrone ti sta aspettando lì infondo, non farlo aspettare.”
D: “Yawn, Christina?”
X: “Idiota, ti vuoi alzare si o no? Il padrone si innervosisce facilmente. Alza quel culo e vai da Lui.”
D: “Ma…ma chi sta parlando?”
X: “Io, sono qui, qui sopra.”
D: “Ma dove? Io non vedo ness…Wuah!”
Denny sdraiato a terra si alzò di scatto e repentinamente fece qualche passo all’indietro. Si fu appena risvegliato dopo un sonno durato diversi minuti, forse un paio d’ore.
Si spaventò osservando l’essere con cui egli colloquiava, un mostriciattolo di mezzo metro al massimo dal colore violaceo che si manteneva al tetto della grotta con una zampa, rimanendo di fatto capovolto con la testa verso terra. Questi indicò a Denny la strada da seguire per giungere dal padrone, un personaggio misterioso.
The Glacial Star si chinò leggermente con la testa e corse fino al vicolo nella grotta, per poi svoltare verso sinistra.
Proseguì con passo lento per non rischiare di incappare in qualche trappola, ormai poteva capitare qualsiasi cosa; strada facendo però egli notò una ferita poco profonda sul braccio sinistro, e fu in quel istante che rimembrò l’aspra contesa di qualche ora addietro. Pian piano ricordò tutto, e ricordò anche il presunto motivo per il quale egli stesse intraprendendo quell’impresa: Soffrire per gli errori dell’umanità.
“Possibile? Non penso, è insensato, questa non è altro che un’ennesima menzogna da parte di quelle diavolo di voci, soffrire per l’umanità, ma che sciocchezza.”
“Diffidi da colui che ti ha guidato qui? Bravo, finalmente stai apprendendo qualcosa. In effetti il reale motivo per il quale tu sei qui è un altro, ma non sarò di certo io a rivelartelo. Sappi solo una cosa: potresti liberarti di me per sempre. Ma a quale costo?”
Quella voce si fece sentire nuovamente creando un ennesimo quesito, cosa sarebbe stato in pericolo nella vita di Denny questa volta? Nessuno lo poteva sapere in quel momento e questo incrementò l’ansia del ragazzo.
I passi di Denny animavano quella spoglia caverna, abitualmente priva di rumori mentre una fioca luce sembrava sbucare in fondo al cunicolo, intensa abbastanza affinché si illuminasse appena il terreno.
Dopo diversi minuti di cammino un tonfo interruppe il silenzio della caverna, Denny impaurito si voltò immediatamente, ma alle spalle non vi era nessuno. Probabilmente un topo mimetizzato nel buio pesto spostò qualche sassolino, ma appena il ragazzo si girò nuovamente dinnanzi trovò due chiavi attaccate: una dorata e l’altra argentata, illuminate entrambe dall’unico raggio di luce presente.
Lo svedese le raccolse e le infilò in tasca per poi proseguire nel suo cammino verso il misterioso uomo che lo attendeva.
Pochi minuti più tardi il fascio di luce sembrò essersi intensificato, ma dopo un paio di passi Denny sbattè contro un immenso portone di legno e cadde all’indietro. Dall’alto un’accecante luce illuminò all’istante l’intera caverna mostrano l’imponente struttura di legno al ragazzo, ma anche un avviso sulla porta:
“Due possibilità, due chiavi. Entrambe ti porteranno all’interno ma solo una ti porterà alla soluzione. Vita, la prima: la tua vita sarà finalmente salva, ma quella di qualcun altro no. Morte, la seconda: Sarai Tu, in prima persona a sopportare le sofferenze della morte, una questione personale, ma salverai gli altri. Rifletti e dà la tua risposta, ma ricorda: hai solo una possibilità.”
Denny frugò nelle sue tasche ed afferrò le due chiavi, per poi leggere sul dorso Vita & Morte.
Non ci fu un solo attimo di esitazione, afferrò la chiave “Morte” e la inserì nella fessura. Con delicatezza la girò verso sinistra per due volte, per poi spingere ed aprire l’enorme portone.
Pianti e lamenti strazianti facevano da cornice ad un paesaggio apocalittico, quasi surreale. Un enorme stanza dal colore predominante rosso si dipingeva dinnanzi agli occhi del ragazzo, che si passò le mani sul viso per essere sicuro di ciò che stesse guardando. Di fatti a pochi passi da lui vi era un lungo ponte di pietra sospeso sopra un lago infestato da spiriti, probabilmente da coloro che nella vita hanno errato.
Denny con qualche sussulto si incamminò sul ponte, sporgendosi ogni tanto per osservare queste acque dal colore rosso sangue, ricolme di anime urlanti, una situazione davvero particolare per il ragazzo che non riesce a capacitarsi della veridicità di quanto osserva.
?: “Fermo! Non fare un solo passo altrimenti sparo.”
Alle spalle di Denny comparve un uomo puntando una pistola alla schiena da una certa distanza, per poi avvicinarsi lentamente facendo desistere il ragazzo da gesti eroici. Il volto dell’uomo era celato da un ombra, si vedeva solamente fino alla bocca dalla quale usciva una voce persuasiva, lenta e quasi affannata.
D: “Ehi, ehi.. Calma… Dimmi cosa vuoi.”
?: “Queste anime sono coloro che sono stati macchiati dal peccato nella vita terrena. Ed io, io sono il Padrone, io sono il peccato capitale. Guardali, il viso colmo di piaghe, le carni lacerate da cespugli di rovi intrecciati, il sangue che gronda copioso, e sai che peccati hanno commesso queste persone nella loro vita? Lo sai? Hanno abusato di loro stessi, proprio come te quando eri un ragazzino, ed ora giustizia sarà fatta.”
Il Padrone arrivò con la canna della pistola sulla tempia di Denny, mise il colpo in canna e si fece indietro, sorridendo.
?: “Denny, la ricordi questa voce?”
D: “Ma tu, tu non puoi essere, tu eri soltanto una voce nella mia mente, non puoi essere un essere umano.”
?: “Infatti, non lo sono. Voltati Denny e capirai.”
Il ragazzo si voltò lentamente e gli occhi si spalancarono: non riusciva a credere ai suoi occhi, dinnanzi a sé c’era la sua figura, un uomo identico, Denny rimase scioccato. Egli era il Padrone, egli era il suo stesso incubo.
?: “Te l’avevo detto, io e te siamo la stessa persona Denny, ma tu non hai creduto alle mie parole.”
D: “Tu avevi promesso che potevo liberarmi di te, dimmi come, dimmi qual è il dolore che devo sopportare per annientarti.”
?: “Vuoi saperlo? Ok.”
Bang.
La Morte.
Virtù dei dannati, traguardo di un’esistenza.
La fine di un incubo, la libertà dopo la persecuzione.
La soluzione dell’enigma, il rimedio per porre fine ad una oppressione.
La triste realtà, la decisione del fato.
L’inizio di una nuova avventura, l’inizio di un nuovo dolore.
Driiin…Driiin…
“Sono ancora sotto il gazebo, piove ancora, sono vivo. L’incubo è terminato! Sono libero! Si pronto?”
“Denny, torna a casa, la nonna è morta.” |