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Spot ufficiali per Extreme Rumble 2006

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2006 15:27
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Jeff Hygthler
03/11/2006 20:35
 
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Monus Morti
(1): questo simbolo sta a significare che per capire il significato della frase bisogna leggere il precedente spot Dolor deus meus est, Tristitia messia est, Mors facinum sacrum est)


Monus Morti


L’ombra, la morte, il sangue, le fiamme; ma anche la luce, la vita, erano situazioni ricorrenti nell’esistenza di Jeff. Un’esistenza tanto tormentata e da lui tanto odiata. Eppure era ancora lì, anche dopo le fiamme che aveva visto era li e, purtroppo, era vivo.

Del resto le fiamme non lo avevano nemmeno sfiorato, ma le ombre la morte e il sangue si…

…Vuoi vedere la luce…

Si era offerto come tributo alla morte, un tributo che ora rifletteva la luce li affianco a lui, un tributo alla morte tanto difficile da conquistare ma c’era arrivato, anche non volendolo c’era arrivato, sperava nella morte ma non la ha trovata, sperava nel dolore, lo aveva solo causato, sperava nell’esalare l’ultimo respiro, non c’era riuscito…

...Vuoi avere la vita …

Aveva però ottenuto qualcosa da tributare alla morte, qualcosa d ben più prezioso della sua morte, il suo dio era soddisfatto, magari gli avrebbe dato una riduzione della pena, una riduzione della vita, un avvicinamento alla fine del fetore(1), un avvicinamento a quella che significava immolarsi e diventare un vero e proprio dio, non solo un normale uomo con il vizio del la tortura…

…Vuoi vedere la luce…


Eppure sentiva che ancora qualcosa lo legava, anzi no. Non era più umano, era l’azione sacra (1) di un dio bastardo come il dolore, un dio non magnanime e non misericordioso, un dio infame che provoca sofferenze in tutto il mondo, attraverso la sua mano, attraverso la morte e attraverso la tristezza. La tristezza, una sensazione che Jeff aveva provato spesso nella sua precedente vita, quella “umana”, quella prima del risveglio in quello che è veramente, prima di capire che l’umanità non era più affar suo…

…Vuoi avere la vita…

Adesso però non soffriva ma bruciava dentro, era costretto a convivere con un infimo fetore (1) umano e schifoso, lo subiva tutti i santi giorni, non ne poteva più era frustrato e stanco voleva solo essere consacrato, ma il suo dio non glielo concede, è bastardo, e lui soffre, brucia e il suo autocontrollo svanisce in attimi di pura e semplice follia, si sentiva come se fosse in un posto che non è il suo, non era a suo agio…

…Vuoi vedere la luce…

Vedeva tanti piccoli tesserini ignobili vicino a lui, delle formiche da schiacciare, da eliminare, degli esseri inetti e futili che lui adorava far soffrire tributando le loro urla al dolore, al suo unico dio, anzi all’unico vero dio. Del resto cos’erano gli esseri umani alla nascita? Scimmie! Esseri stupidi, senza capacità alcuna, affatto inutili e assolutamente superficiali. Erano utili solo per i sacrifici, erano utili solo a tributare le loro urla al dolore… ogni urlo era un minuto in meno in quel fetore (1)…

…Vuoi avere la vita…

L’oro della cintura luccicava affianco a lui, le fiamme lo avevano ricompensato, le fiamme avevano scelto il loro nuovo re donandogli una vittoria, donandogli la bestia sacrificale da rendere al dolore, da rendere a dio. Il vero dio, l’unico.

…Vuoi vedere la luce…

Quando pensava al dolore aveva un brivido lungo la schiena, il vero dio, l’unico esistente, del resto come fa un dio a soffrire e a morire in croce? Non era possibile, un dio non soffre, non è umano, è superiore…

…Vuoi avere la vita…

Superiore, come si sentiva lui, superiore all’umanità, superiore alla feccia, superiore al fetore (1), era come un diamante tra le pietre, un rubino nella plastica, un fulmine nella notte…

…Vuoi vedere la luce…

Nella sua mente solo confusione, ne era invasa, la voglia di morire però sopraffaceva il resto e si distingueva, come se in una massa la voglia di morire fosse la costante stabile e il resto una massa in movimento continuo…

…Vuoi avere la vita…

Un movimento continuo e variabile, semplicemente un movimento senza meta alcuna e senza senso alcuno…

…Vuoi vedere la luce…

Un movimento che però lo spingeva alla psicopatia più totale e che nell’inconscio lo bruciava, lo corrodeva, lo distruggeva dall’interno. Come una sanguisuga succhia il sangue quella confusione gli toglieva le forze, e a lui faceva piacere, era solo un alro modo per avvicinarsi al suo dio…

…Vuoi avere la vita…

La morte era ormai un’ossessione, un’oppressione, come se gli tornasse in mente in ogni momento, del resto la sua vita girava in torno alla morte, girava intorno all’atto sacro (1), girava in torno a lui…

…Vuoi vedere la luce…

…No, voglio l’ombra e la morte…

…Voglio l’apocalisse…

…Voglio la fine della mia esistenza…

…Voglio la fine della mia vita…

…Voglio solo la morte e la conciliazione con dio…

…Amen…

[Modificato da ECstyles 03/11/2006 21.05]

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03/11/2006 23:44
 
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-Come piace a Me- Candice Karson
Spot per: Extreme Rumble 2006

Era una serata tranquilla,in cielo apparivano timidamente le prime stelle mentre il sole,tramontato da poco aveva già ceduto il passo ad una bella luna piena.
La ragazza si sistemò i capelli dietro un orecchio scrutando con fare critico la punta dei suoi stivali scuri...Non le piacevano particolarmente ma erano il risultato di un frenetico pomeriggio di shopping,si era lasciata convincere da Dawn a comprarli…Voleva indossarli almeno una volta prima di relegarli a qualche remoto angolo dell’armadio.
Sbuffò nervosamente guardandosi attorno infastidita…c’erano troppo persone quel tardo pomeriggio alla stazione e detestava prendere i mezzi pubblici.
Poggiò le mani sulle ginocchia lisciando la piega dello stretto abitino griffato e dopo essersi raddrizzata sullo schienale spostò la sua attenzione sul paesaggio fuori dal finestrino…Niente di interessante.
Solo rotaie ed edifici…qua e la qualche macchia verde dava l’illusione di allontanarsi dalla città.

“signorina…può favorire il biglietto?”

Una voce la distolse dai suoi pensieri e la mora storse il naso con disapprovazione…Il controllore??Ottimo,era proprio quello che le ci voleva…considerando che per evitare di perdere il treno non aveva acquistato nessun biglietto era l’ideale.
Sbuffò schiarendosi la voce con aria tranquilla…infondo quanto sarebbe potuta venirle a costare una multa…
“Non ho nessun biglietto”
Candice frugò per qualche secondo nella piccola borsetta nera estraendone diligentemente i documenti di identità,fece per porgerli al suo interlocutore,quando l’uomo sulla quarantina la interruppe.
“E come mai signorina?Sà che devo farle la multa ora?”
La californiana assunse un’espressione di sufficienza…
“è naturale che lo sò,ma non è un problema,mi faccia la multa…guardi le stavo giusto dando i documenti…”
Il controllore scosse la testa con disapprovazione muovendo l’indice avanti ed indietro…
“E come mai non abbiamo il biglietto?”
La mora allargò le braccia alzando gli occhi al cielo…
“Non ho il biglietto perché,se lo avessi fatto avrei perso il treno e io non volevo perderlo,quindi per favore mi faccia questa multa e basta!”
“Signorina stia calma…E si limiti a fare la passeggera,che il mio lavoro lo conosco,sò la prassi.”
“Benissimo e allora si muova che non ho tempo da perdere!”
La Karson sbattè con poca grazia il passaporto sotto il naso dell’uomo,incrociando le braccia al petto,ci mancava solo questa…era da quando aveva sei anni che nessuno le faceva la predica,sicuramente non l’ avrebbe accettata da un perfetto sconosciuto.

Finalmente la rassicurante voce robotica sentenziò l’arrivo a destinazione,Con un sospiro di
sollievo,terminato il dibattito con il controllore Candice si alzò velocemente avviandosi verso le porte scorrevoli che si aprirono con un leggero cigolio.
Scese i gradini lamentandosi di un dodicenne che l’aveva spintonata e si guardò attorno con circospezione…uno sguardo all’orologio decretò un leggero ritardo,solo un paio di minuti.
La Californiana frugò nella borsa inforcando un paio di occhiali da sole dalle lenti colorate,nonostante l’assenza del sole…Le piacevano molto,e non avrebbe rinunciato a questo prezioso accessorio solo per un piccolo dettaglio mancante:il sole.
Una risata alle sue spalle la costrinse a voltarsi e la donna inquadrò un’uomo sulla trentina.
Era piuttosto alto almeno un quindicina di centimetri più di lei,il fisico ben definito era nascosto da una maglietta nera attillata che riportava un piccolo logo all’altezza del petto…Un viso dai lineamenti marcati e dalla carnagione abbronzata,capelli biondo scuro e occhi ametista.
Candice si raddrizzò in tutto il suo metro e settanta incrociando le braccia al petto con aria autoritaria…fissò attentamente la persona accanto a lei attendendo una risposta.
“Bene Christine,vedo che sei di buon’umore oggi,come al solito”
Una scintilla d’odio balenò negli occhi della brunetta che digrignando i denti sbottò in modo poco garbato…
“No,io sono di ottimo umore…però sono gli idioti come te che mi rovinano la giornata!Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Christine?Odio quel nome,non è difficile da ricordare,voglio che mi si chiami Candice!Devo scrivertelo Adam?”
L’uomo sbuffò,mettendosi le mani in tasca con aria rassegnata…
“Candice,candice…Quando la smetterai di interpretare il ruolo delle bisbetica…”
“Quando il tuo cervello comincerà a funzionare.”

La risposta arrivò immediata e tagliente,proprio nello stile di Candice Christine Karson.
“Bene,sai a volte mi chiedo cosa ci faccio qui…insomma potresti cercare di essere un tantino meno scortese”
Adam inclinò leggermente la testa verso destra soffermandosi con un sorrisino a spiare la generosa scollatura della sua interlocutrice…Candice impiegò ben poco ad accorgersi dello sguardo molesto e in breve sbuffando tentò di coprirsi.
“sei qui perché sei un’uomo,e mi pare una risposta più che esaudiente.”
“Wow…Oggi siamo molto acide,benissimo…Muoviamoci dai,andiamo da me??”
La mora scosse la testa vigorosamente,storcendo il naso quasi disgustata all’idea…
“No,scordatelo…voglio un’albergo,ma uno di classe però.il resto risparmialo per le sgualdrine che frequenti.”
“Sai benissimo che non mi vedo con nessuna oltre a te…e Sarah.”

Candice alzò gli occhi al cielo con espressione annoiata.
“Ti giuro che se pronunci il nome di quella donna un’altra volta mi metto ad urlare…”
Cadde il silenzio tra i due,che si avviarono lentamente verso una Berlina scura.

Sarah era la moglie di Adam,erano sposati da quasi sette anni e avevano un bambina di pochi mesi,Mickie.
Candice lo aveva conosciuto durante un servizio per la rivista della WBFF dedicato alla sua patria nativa,la California…Lui era l’aiuto del fotografo e tra i due era scattata subito una certa alchimia.
Non che volesse avere una relazione con lui,che provasse qualcosa o cose simili…semplicemente lo desiderava,voleva averlo per sé,uno dei tanti nomi sulla lista,ne più ne meno…Non si era fatta scrupoli particolari nonostante la vistosa fede in oro bianco che portava al dito…anzi,aveva trovato particolarmente divertente torturarlo…sedurlo sino a vederlo cedere,lentamente…piegarsi completamente al suo volere.
Non era stato un lavoro semplice,aveva richiesto settimane di impegno ma alla fine Adam era capitolato e la brama di Candice accontentata.
Ora si vedevano di tanto in tanto,lui era di indole docile e la mora sfogava spesso e volentieri le sue frustrazioni sull’improvvisata vittima,che mai si era lamentata.
Anche questa volta aveva il coltello dalla parte del manico per ben due motivi:in primis Candice poteva interrompere in ogni momento la scappatella di lusso del giovane artista lasciandolo senza un’amante che si era rivelata indispensabile…in secondo luogo,aveva il potere di distruggere anche il suo matrimonio rivelando l’adultera relazione.

Sorrise compiaciuta entrando nella stanza d’albergo…Passandosi una mano tra i capelli osservò con fare critico la mobilia e l’arredamento dell’ambiente attorno a lei.
“Carino…pensavo peggio”
“Visto…se mi impegno non sono così idiota..”
“Ora non esageriamo tesoro.”

Candice si abbandonò a peso morto sul matrimoniale che scricchiolò leggermente sotto il suo peso…Sospirò stancamente coprendosi il viso con un’avambraccio.
“Sono stanca”
Adam seduto poco distante da lei la fissava attentamente…
“Immagino…non so come riesci a mantenere questi ritmi..Io non ci riuscirei mai.”
“Però riesci a conciliare una moglie e un’amante.non è da tutti…”
“…”
“Non dici niente eh??Quanto fai schifo…”

Il ragazzo abbassò improvvisamente lo sguardo giocherellando nervosamente con un braccialetto legato al polso destro.
“Io…E allora tu?Non ti prendi mai la tua parte di responsabilità,tu lo sapevi.”
“E allora…scusa non riesco a capire…Io non ho nessun legame sentimentale,se tu quello che doveva avere le palle di rifiutarmi…ma non lo hai fatto,la colpa è solo tua,non scaricarla su di me.”

“Non hai nessun legame sentimentale…parli al presente?”
“Ovviamente.”

Uno scambio di sguardi tra i due e poi silenzio…
Candice si voltò lentamente su di un fianco rigirandosi una ciocca di capelli tra il pollice e l’indice…
“Non capisco dove vuoi andare a parare Adam.”
“da nessuna parte…Solo pensavo di essere qualcosa per te…”
“E invece sbagliavi…spiacente per me sei solo sesso.Non ti ho mai chiesto niente,ne ti ho promesso niente.”

Il ragazzo parve deluso e si nascose il viso tra le mani…
“E tu…tu sei così spietata da compromettere un’uomo sposato per del sesso?Candice pensavo di contare qualcosa per te.”
“No.Sei solo uno dei tanti…la cosa ti dà fastidio?”
“sì…avrai lasciato Sarah per te.”
“ma io non te l’ho mai chiesto.”


La brunetta trasse un profondo respiro raddrizzandosi sulla schiena…lanciò un’ultimo sguardo a l’uomo di fronte a lei prima di scotere la testa e rialzarsi…
“Dove vai Candice??”
“Torno a casa…ti ho già detto che sono stanca no?”
“Ma te ne vai così?”
“Già…me ne vado così…ma questa volta ordino un taxi perché il treno mi fa schifo.”
“ma è già tardi…non puoi aspettare domani mattina?Se…se vuoi me ne vado,la stanza è pagata ormai…”


Candice si strinse nelle spalle recuperando il suo copriabito…
“Fai quello che vuoi della stanza,se vuoi pago io,non è certo il denaro che mi preoccupa…io me ne vado.”
“…Ho come l’impressione che non ti sentirò presto.”
“Come sei perspicace Adam…Diciamo pure che è finita…qualsiasi cosa fosse.”
“perché?”
“Perché più conosco gli uomini più mi disgustano…Ora stà a te convivere con il rimorso…se mai lo proverai,di aver tradito tua moglie.Tanti auguri.”


La mora con la consueta camminata sensuale si avvicinò alla porta di ingresso,ebbe appena il tempo di apire l’uscio che l’uomo sibilò qualcosa alle sue spalle.
“Sei solo una puttana”

La Lottatrice non potè fare a meno di ridere…una risata rumorosa che echeggiò per l’intera stanza come una doccia fredda per Adam.
“Sarò anche una puttana,ma una puttana che non puoi permetterti Baby.”

[Modificato da eXtreme Beauty 04/11/2006 0.25]

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04/11/2006 00:15
 
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-Odi et Amo- Crystal Houghton
Spot per: Extreme Rumble 2006

Amore e odio fanno parte,con l’ammirazione e il desiderio,la gioia e la tristezza delle sei passioni ‘semplici e primitive’,dalle quali tutte le altre risultano composte.
L’amore è un’emozione dell’anima cagionata dal movimento degli spiriti,che la incita ad unirsi volontariamente agli oggetti che sembrano convenirle.L’odio è un’emozione causata dagli spiriti che incita l’anima a desiderare d’essere separata dagli oggetti che si presentano ad esse come nocivi.Dico che questa passioni sono causate dagli spiriti,per distinguere l’amore e l’odio,che sono passioni e dipendono dal corpo,tanto dai giudizi che pure portano l’anima a unirsi volontariamente con ciò che sembra buono e a separarsi da ciò che le sembra cattivo,come dalle emozioni che questi soli giudizi suscitano nell’anima.


Penso che,spesso ci sia un confine molto labile tra Amore e Odio.
È vero che sono sentimenti diametralmente opposti,ma talvolta hanno il potere di sovrapporsi…Il troppo Amore può portare all’Odio?
Direi di sì.
Ma…L’odio non può diventare Amore,penso…così le cose non tornano.
Una persona dovrebbe allontanarsi da ciò che riconosce come nocivo,che la fa star male…ma perché se per questo ‘oggetto’, per quanto negativo possa essere,si prova Amore ciò non accede?
Ve lo siete mai domandato?
Io spesso.
Quindi l’Amore è più forte dell’Odio?
Ogni uomo gestisce buona parte delle proprie relazione in base al personale tornaconto,all’utilità o all’ambizione,cioè per amor proprio,non degli altri…
Questo è egoismo…o una forma d’Amore?
Amore per sé stessi…Quindi indirettamente per tutti le cose a cui possiamo ambire…E cosa può desiderare un’uomo che Ama solo se stesso?
La Gloria,la fama…I soldi probabilmente.
In effetti queste sono tutte cose a cui ci uniamo volontariamente…anzi,forse è più corretto dire che sono cose che ricerchiamo spasmodicamente durante tutta la nostra vita.
Mi rifiuto di prendere in considerazione solo queste forme d’Amore…perché per me c’è una sostanziale distinzione,sulla base della maggiore o minore ’purezza’ con cui esso si manifesta.
Io Amo.
Ma Amo una persona,non un’oggetto o una condizione…
Invece lui è più attratto dalle cose materiali…Ama la gloria e insegue l’immortalità,non Ama me.
Per questo lo Odio…Vorrei,giuro che vorrei allontanarmi da lui ma non ci riesco.
In un modo o nell’altro torno sempre,torno sempre verso ciò che la mia anima riconosce come buono.
Brock.

Comunemente si distinguono due tipi di Amore,delle quali l’una è detta amore di benevolenza,che incita a volere il bene di ciò che si ama,l’altra amore di concupiscenza,che fa desiderare la cosa amata.Ma questa distinzione mi sembra riguardi soltanto gli effetti dell’amore e non la sua essenza;infatti,non appena ci si congiunge volontariamente ad un’oggetto,si prova la benevolenza per esso,ossia si vorrebbero congiunte con esso anche le cose che gli convengono;ed è questo uno dei principale effetti dell’amore.

Penso che desiderare il bene di qualcuno sia la massima dimostrazione di Amore.
L’ho provato personalmente e so che è doloroso,spesso per farlo,siamo disposti a cambiare tutto….a mettere anche in discussione quelli che sono i nostri principi.
Ora mi guardo allo specchio e cosa vedo?
Niente.
Il riflesso di un’estranea di una persona che non riconosco più…è una sensazione spaventosa.
Mi rendo conto di aver rinunciato ad una buona parte di me stessa e non ne sono felice.
Ho imparato ad amare il potere a non fare mai niente per niente a ragionare,talvolta come un’automa.
Fredda spietata e calcolatrice una perfetta arma plasmata per perseguire obbiettivi non suoi,ammaestrata.
Mi faccio schifo,provo ribrezzo nei miei confronti…E la cosa più triste è che mi chiedo spesso perché sono cambiata…E, più me lo chiedo più sono costretta ad ammettere la realtà,sono una debole.
Sono cambiata per renderlo felice,per non intralciarlo nella sua ascesa…Forse anche il New Doom Syndacate non fa per me.
Io…Io non sono come loro.
O almeno non lo ero…Sono stata costretta dalle circostanze a diventarlo…

Forse sono solo cazzate,mi stò giustificando ancora una volta per una scelta che IO ho fatto…Sono cambiata perché desideravo unirmi a Brock,anche se lui,aveva già fatto la sua scelta…Il terrore di perderlo mi ha costretto a prendere un’inevitabile deviazione.
Allora il cammino che stò seguendo non è stato scelto da me…Ma dall’Amore??
E se volessi fermarmi?se volessi cambiare?
Rinuncerei al suo bene?
Ma forse farei il mio…

Ho inseguito i mie fantasmi e ora fantasma sono…

Mi sembra che una più netta distinzione delle forme d’amore possa darsi in base alla valutazione che si fa dell’oggetto amato in confronto a sé stessi:quando lo stimiamo meno di noi,abbiamo per essi una semplice affezione,quando lo stimiamo uguale a noi,abbiamo dell’amicizia,quando lo stimiamo più di noi la nostra passione può essere chiamata devozione.

Direi che ora come ora mi vengono in mentre tre nomi,tre persone che in questi mesi,volente o nolente hanno fatto parte della mia vita.
C’è una donna che è diventata,ormai,per me un modello di Vita Sylvia.
Sylvia,ha saputo tirare fuori le unghie e combattere per guadagnare un posto di riguardo alla WBFF due matrimoni sacrificati per la sua causa e un piccolo,personale esercito di mercenari.
Mercenari,già penso che non siamo ne più ne meno che questo.
Combattiamo per una causa comune?
No.
Siamo sinceri,perché noi del New Doom Syndacate abbiamo perso contro il Team WBFF?perchè non avevamo niente in comune,ognuno era interessato a far bella mostra di sé,a guadagnarsi quello spazio sotto i riflettori che ormai è diventato indispensabile.
I nostri avversari invece erano motivati…Credevano nella difesa della loro federazione dall’assalto di un gruppo di fanatici…Si mi pare che ci abbiano chiamati così…Ma non importa,ormai niente mi turba,tutto mi scivola addosso,rimango impassibile.
Stimo Sylvia,ma ora,com’era facilmente prevedibile stà mostrando i primi segni di cedimento…Non è più la donna sprezzante conosciuta tempo fa,ormai,spogliata di ogni potere è debole,proprio come me.
Se dovesse cedere…Non so cosa ne sarà di noi…nel NDS scoppierebbe sicuramente l’anarchia.
Rimane qualcosa di buono in me?
Forse sì…e se non mi sbaglio il merito và a Bruce…Bruce Borghetti.
L’unica persona per cui la fede nel mio owner ha vacillato…Un’amico.
Non avrei voluto che se ne andasse dal NDS,ma non è stata una scelta mia,io ovviamente ne ero allo scuro,e ho dovuto accettare la cosa…La stable non era abbastanza grande per Bruce e Brock…uno dei due doveva andare via.
Non potevo voltare le spalle a BJ così,ho lasciato che Bruce fosse allontanato…Sylvia è stata crudele con lui,ma penso che ne soffrisse…Ha un modo molto strano di vedere le cose,ma credo amasse suo marito…Forse,però amava di più la sua ambizione.
Ecco perché,io e lui siamo così vicinì,così simili…ci siamo adattati a vivere all’ombra del nostro compagno.
Bruce…quanto tempo ho passato a piangere sulla tua spalla?E tu…tu mi hai sempre rassicurata,trovavi le parole giuste per farmi stare meglio…Ora,non me la sento proprio di tornare da te…Con che faccia potrei?Eppure mi manchi,a volte avrei bisogno di parlare con una persona più simile a me…forse nelle settimane che mi hanno visto lontana di Brock grazie al tuo aiuto avevo ritrovato un po’ di me stessa.
Che confusione…
Perennemente combattuta tra quello che sono e quello che vorrei essere…
Brock…
Brock,dimmi tu come ci riesci…
Io non so essere forte come te…Ho bisogno di tempo per rialzarmi dalle cadute.
Tu invece…Tu sei sempre in piedi,sempre pronto a combattere per quello in cui credi…
Ma io credi in te…Cosa posso combattere?
Molti mi chiedono come mai non sono ancora stancata di rimanere nella tua ombra…che domanda sciocca.
Finchè avrò un’ombra ci sarà sempre qualcuno davanti a me…qualcuno a cui potrò aggrapparmi quando stò per cadere…

Odi et Amo: quare id faciam, fortasse requiris,
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
(Catullo da Carmina, LXXXV, 1-2)

Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.






[Modificato da eXtreme Beauty 04/11/2006 0.17]

[Modificato da cell in the hell 04/11/2006 0.38]

[Modificato da eXtreme Beauty 04/11/2006 1.19]

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04/11/2006 01:25
 
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Vaneggiamento (Spot Fable)
Sorge il sole alla mattina. Cala il tramonto alla sera. La rugiada mattutina cade dalle foglie dello stagno, mentre al crepuscolo una leggera brezza autunnale sferza le acque dei laghi. Com’è bella la natura, così soave ed enigmatica, che con le sue mille metamorfosi lascia tutti questi interrogativi!
Come vorrei essere come una farfalla, librarmi nell’aria per essere trasportata poi chissà dove dalla prima folata di vento. Non avrei alcuno scopo nella mia vita, se non quello di riprodurmi, cosa che dovrei fare entro una settimana dalla mia nascita, perché questa è la durata media della vita di una farfalla. Una corsa contro il tempo per far proseguire l’avanzare della mia specie.
Così è la specie umana, corre sempre e si fa sopraffare dallo stress, stress dovuto all’incombere dei mille impegni che gli uomini prendono come base per poter avere una vita che secondo la società moderna si potrebbe chiamare “normale”.
Ma qual’è la società moderna, e chi siamo noi per decidere chi ne faccia parte e chi no? Per caso gente meno erudita, che crede ancora agli sciamani e alla natura, non è degna di farne parte, e va ancora catalogata come gente rimasta al paleolitico?
La diversità in loro non è nel modo di pensare, ma semplicemente in quello di comportarsi; non sono più stupidi di noi, e loro hanno obiettato per delle scelte, che siano sensate o meno non sta a noi deciderlo, visto che finora sono sopravvissuti, anzi, vissuti anche degnamente.
Certo, gli agi della vita di città semplificano molto la vita di un singolo uomo, e gli permettono di non lottare più per guadagnarsi il giornaliero tozzo di pane, fatta eccezione per chi come me è obbligato a presentarsi su un ring ogni giovedì sera.
Per mia fortuna, o fato avverso, non so ben dirlo al momento attuale delle mie conoscenze, svolgo anche un compito di redenzione di anime non più pure al di fuori del mio lavoro non inquadrato dalle telecamere. Ho vissuto per anni a contatto di stupratori, spacciatori e drogati, e di quest’ultima categoria ho anche fatto parte a lungo nella mia esistenza, ma ormai gli elisir maligni non hanno più effetto alcuno su di me. Mi fa più effetto vedere una secolare quercia morente in un bosco, piuttosto che un ago conficcato in una delle mie ormai trasandate arterie.
Proprio nei boschi ho trovato più spesso conforto, sentendomi un tutt’uno con le betulle e con i pini, per poi uscire da quella meravigliosa ed enorme distesa di verde e ritrovarmi a piangere sotto un salice. Ogni albero rappresenta uno stato d’animo o una condizione di vita dell’animo dell’essere umano. Lo stesso vale per i fiori e per qualunque altro elemento possa essere rovinato dall’uomo a causa della sua smisurata sete di conquista ed espansione, distruzione ed edificazione di edifici che non fanno altro che essere ritrovi di perdizione e peccato.
Ed io li mi troverò una volta che questi sorgeranno, a continuare la mia opera. A volte mi chiedo cosa sarebbe stato della mia vita se mi fossi omologato alla massa, se fossi andato come qualunque persona a lavoro alle 8 del mattino per poi tornare a casa alle 18. Probabilmente il mondo avrebbe un giustiziere in meno, o probabilmente ne avrebbe molti in più, scatenati dall’animo rivoluzionario che avrei mostrato dentro le 4 mura ove sarei stato rinchiuso.
Eppure, voglio continuare a credere che il mondo che mi circondi sia solamente una brutta favola. Una di quelle che però hanno un lieto fine e una morale. Una di quelle favole confuse, con collegamenti sparsi, come questi miei vaneggiamenti che sto ora scrivendo sul primo foglio trovato all’interno di questa baracca. Una di quelle favole che ti insegnano a difenderti dai pericoli e ti insegnano inoltre a come comportarsi nei confronti del prossimo, oltre che della vita stessa.
Si, in fondo la vita potrebbe tranquillamente essere una favola.
Senza eroi e senza cattivi però, solo con uomini che mangiano altri uomini.
L’uomo è malvagio per natura. È questo che renderebbe questa favola interessante. Oltre al titolo.
Titolo che potrebbe essere… vita. Madre di tutte le favole…

Chris Fable, 18-11-1961


(Il precedente scritto è stato recentemente ritrovato in una baracca abbandonata di campagna in Texas. Sebbene dopo un esame calligrafico se ne è accertata la data, che corrisponde grosso modo a quella della firma, sembrerebbe che il foglio non fosse andato ingiallito nel tempo, non se ne sa il motivo. Dopo ulteriori attente analisi, si è notato che il foglio era in così perfette condizioni perché prodotto di recente, ovvero negli ultimi 2-3 anni circa. Resta da chiarire, comunque, come possa essere possibile che la scrittura risalga davvero al 1961 data l’origine della carta.
È stato inoltre appurato che la baracca in cui fu ritrovato lo scritto era in passato una fattoria, tra le più produttive di quella isolata zona. Per una strana coincidenza del fato, sembra proprio che fu abbandonata qualche giorno prima del 18-11-1961, anche se di chi vi abitò non si ebbe più traccia. Oltre alla mobilia ed alla lettera non furono ritrovati nel luogo nessun altro oggetto identificativo di chi vi abitò.)

Houston Police Museum.
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Noobie
Kevin Mackall
04/11/2006 17:19
 
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Inizio di una nuova avventura
Monaco di Baviera - Germania
Tarda notte di una domenica, lo show UCA si era concluso da poche ore, Condor è rientrato nella sua abitazione della periferia di Monaco di Baviera da pochi minuti. Nemmeno il tempi di svestirsi per andare a farsi una doccia che il telefono di casa sua comincia a suonare. Per qualche istante Alex lo lascia suonare senza degnarsi di andare a rispondere, ma notando la testardagine di chi sta chiamando, sbuffando si avvia verso il telefono gettando sul divano la borsa con i propri indumenti di lotta.

"Pronto?"

"Parlo Con alex Condor?"

"Si, chi e quel benedetto figlio di p....... che ha deciso di rompermi le scatole a quest'ora di notte?"

"Mi scuso, non mi ero reso conto che li in Germania a quest'ora è notte fonda. Comunque sono un dirigente della WBFF, Federazione che lei alcuni mesi fa ha preso parte"


Attimi di silenzio da parte di Alex che rimane fermo con la cornetta in mano, dal volto non appare nessun segno di stupore, forse quasi di fastidio

"Pronto c'e ancora?"

"Si. Mi dica quel che vuole da me veloce non ho tempo da perdere nel stare al telefono."

"Bene, volevo comunicarle che abbiamo intenzione di rimetterla attiva nei nostri show!"

"Cosa puo ripetere bene?"

"Ha capito lei fa parte nuovamente del roster della World Blood Fight Federation!"


Alex scuote leggermente la testa, quasi in segno di dissenso quando la voce dall'altra parte del telefono riprende a parlare

"L'aspettiamo qua a New York al più presto!"

Nemmeno il tempo di rispondere che la linea cade

"New York? Merda proprio li dovevan decidere di mandarmi? Vita di merda cazzo ora mi tocca far da pendolo fra l'america e la germania"

Alex si dirige subito verso la camera da letto gettandosi a peso morto sul letto, la luce non l'aveva nemmeno accesa e per parecchi minuti rimane sveglio nel fissare il soffitto pensieroso. New York. Ci ha passato moltissimi anni della sua vita, ha svolto moltissimi match. New York è anche dove è successo la grande svolta della vita di Alex, Dove per un errore, non sai sa benissimo se suo o dell'avversario, la vita di una persona se ne è andata.Quell'errore ha cambiato la vita di Alex completamente e sui ricordi si addormenta

alcuni giorni dopo Aereoporto internazionale di Monaco

La coda di gente per arrivare al terminal era abbastanza lungo e Alex era abbastanza innervosito di ciò quando sente suonare il suo cellulare

"Pronto?"

"Alex sono Michael si può sapere dove cacchio sei?"

"All'Aereoporto"

"A che cazzo fare?"

"Semplicemente sto partendo per New York."

"Cosa???????? A New York a che fare? e non mi dici niente?"

"Senti non sono obbligato a dirti tutto ciò che faccio, non sei il mio cagnolino che deve starmi sempre apresso capito? Vuoi sapere cosa sto andando a fare a New York? Semplicemente sto andando a lottare in una federazione di Wrestling!"

"Sei impazzito Alex? Ti ricordo che abbiamo un accordo di Esclusività con la UCA Lo sapevi questo?"

"Mi credevi tanto idiota da non andare a informarmi prima e non cambiare l'accordo?"

"Spiegati, cosa hai fatto?"

"Ho cambiato gli accordi. Ho chiesto la possibilità di lottare anche per questa federazione americana. Ti va bene? Ok Altrimenti fottiti"


Alex butta giù il telefono spegnendolo e appoggiandolo in una tasca quando viene chiamato il suo volo dagli autoparlanti e si dirige verso il ceck in...

in volo

L'aereo non era completamente pieno, e questo andava abbastanza bene ad Alex perchè evitava particolari rotture accanto a lui. Si era seduto vicino al finestrino, ma non voleva guardare l'esterno. La sua mente era impegnata nel cercare di capire dove fossero finiti i suoi amici di un tempo. Alex si addormentò subito

New York

"Eccola li"

Alex arrivò davanti a una grossa struttura, ormai abbandonata. Era la vecchia palestra dove da giovane andava ad allenarsi, Dove ha combattuto per diversi mesi nella sua vecchia federazione prima di partire per l'avventura Europea, che bene o male lo ha segnato molto nella sua vita. Aveva chiuso i rapporti con molte persone prima di partire, Non gli dispiaceva affatto, molti di questi erano dei grandissimi figli di papa. L'unica persona che veramente gli mancava era l'owner della federazione, per lui è stato sempre come un padre, Era stato accolto in casa loro appena stato messo sotto contratto, gli aveva persino pagato la penale per uscire dal carcere dopo il famoso incidente. Con passo lento, e infreddolito dalla bassa temperatura di questa stagione.

“Sei Alex te?”

Di colpo Alex si volta all’udire della voce e davanti si trova proprio l’ex owner della federazione dove aveva lottato e rimane impietrito

“Si sono io……. E tempo che non ci si vede. Che fine ha fatto la federazione? Pensavo di tornare a lottarci per almeno una sera, ma vedo che qua è tutto distrutto”

“Hai detto bene, tutto distrutto. E fallita un benedetto str*nzo mi ha giocato un brutto scherzo e sono rimasto al verde”

Condor abassa lo sguardo mentre i due entrano nello stabile.

“Come mai qua a New York?”

“Devo lottare per una federazione la World Blood Fight Federation”

“Conosco, in questo ultimo anno come ti è andata nel lottare in europa?”

“Piu male che bene, conosci le mie ambizioni, le ho dimostrate benissimo quando lottavo per te, ma non sono riuscito ad avere maggior fortuna”

“Quindi era meglio se rimanevi qua?”

“Forse. Ma non mi arrendo mai più grande è la sfida più mio diverto. Non so se avevi sentito, la fed dove lottavo è fallita pochi mesi fa e ora son stato messo sotto contratto in una piccola indies tedesca. Forse qua posso far vedere quel che valgo. E composta da pochi wrestler ma tutti fedeli al lavoro, ma gran parte di loro non è che sian quel granchè e quindi meglio per me”

“E ora con la WBFF che c’entri te?”

“Semplice ho un contratto con loro per apparire a volte nei loro show, Si questa federazione sara ben più affermata di dove lotto ora ma io mi sento un Wrestler UCA a tutti gli effetti.”

“E la FWE? Avevo sentito che lottavi anche li”

“Si ma ora come ora ho troppi impegni per stare dietro a tre federazioni per ora mollo quella ma non è detto che torno attivo anche li”

“Senti figliolo, lo sai da noi sei sempre il benvenuto saremmo felici se un giorno venissi a trovarci”

“Sara fatto”

I due si stringono la mano fissandosi negli occhi e con il volto facendosi un segno d’intesa

Condor è deciso a far vedere il suo vero valore e deve cominciare dalla rumble WBFF.
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05/11/2006 16:21
 
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Casinò
25 OTTOBRE 2004, Las Vegas (NEVADA)

00:21 P.M.


“Poco più di un mese è passato da quando iniziai questa missione…Da poco più di un mese sono lontano dal mio distretto di Detroit e dalle sue pratiche quotidiane.
In questo periodo ho dovuto conoscere tantissime persone, tutte mie nemiche…
Con esse ho dovuto fingere, sembrare un amico…
Mi hanno introdotto nel loro lercio mondo ed ora sono vicino a vederne uno spiraglio, una via d’uscita!
Da quasi un mese alloggio in questa città ipocrita, maschera del marciume di una società in degrado…
Quanto lusso, quanto sfarzo, quanto schifo!
Se mi guardo con questi abiti mi faccio quasi ribrezzo, sembro uno di loro: una lurida feccia, un corrotto…
Sono qui, in questa sontuosa camera del Venetian Resort ed aspetto…
L’ora è quasi giunta ormai: devo dimenticarmi di Rob Market, trasformarmi in Clide Johnson…”



DRIIIIIN!!!
DRIIIIIN!!!


L’incessante squillare di un telefono cellulare ruppe il silenzio in una lussuosa camera d’albergo del Venetian Resort di Las Vegas.
Al suo interno vi era un uomo ben vestito che pareva attendere con impazienza la telefonata.
Fece squillare due volte e rispose:

?: “Si…”

??: “Mr. Johnson!!! Che dice, sono stato come al solito puntuale?”

CJ: “Bhè, Mr. 21 la sua puntualità è impeccabile... Un giorno mi spiegherà come fa, ma ora parliamo di affari!”

21: “Esatto, mio caro Mr. Johnson! Che ne dice di stasera al Bellagio? Un simpatico giretto nel casinò, magari una puntata da 21000$ sul 21, al tavolo 21 naturalmente, dove incontrerà la signorina Megan Ross, la quale le darà la chiave per la felicità…”

CJ: “Annoto tutto su un foglietto… Comunque, mi può togliere una curiosità?”

21: “Certo chieda pure... Ah, non si dimentichi di cambiare 100000$ in fisches! Lo dico solo per tutelare i nostri interessi, visto che 100000$ è una cifra di cambio abbastanza comune nei Casinò…”

CJ: “Certo non si preoccupi di questo... Comunque, le volevo chiedere, come mai un nome fittizio come Mr. 21?”

21: “Semplice! Adoro il Black Jack, AHAHAHAHAH!!! Passi una buona giornata!”

CJ: “Anche lei, si riguardi...”

Agganciò il telefono e la determinazione apparì chiaramente nel suo sguardo.

“Bene, sembra non sospettino neanche lontanamente di me… Vorrà dire che staserà farò un ulteriore passo verso conclusione di questa missione… Riuscirò a stanare la vostra organizzazione, bastardi!!!”


11:34 P.M.

Una notte come altre a Las Vegas…
Con il suo clima temperato, causato dallo smog, e le sue caleidoscopiche luci, la città del gioco d’azzardo è come al solito contesto di una serata mondana.
I casino sono tutti aperti con il loro lusso sfarzoso, con i loro ospiti ricchissimi, con i loro traffici loschi.
E già, è una cosa risaputa…
Ovunque circolino miliardi e miliardi di dollari vi è un abbondanza di individui malavitosi: il riciclaggio, la droga, il racket…
Sono solo alcune delle implicazioni criminali che posti del genere cagionano.
Ciò accade anche nei luoghi più rinomati per la loro magnificenza e la loro classe, come il Bellagio: un elegante Casinò, aperto nel 1998, ispirato alle atmosfere delle ville presenti attorno al Lago di Como.
Davanti ad esso si fermo una Ferrari, una Modena 360, la quale spiccava nella notte grazie alla sua vernice rosso fuoco.
Dal suo interno vi uscì un giovane uomo dall’aspetto elegante pronto ad accendersi un sigaro.

“Una densa coltre di fumo permeava nei miei polmoni, il fumo di un sigaro Havana che col suo aroma, forte e marcato, mi faceva sentire in paradiso.
Attraversavo quella sala calpestando uno splendido tappeto rosso con delle nuovissime Botticelli.
Il vestito, firmato Roberto Cavalli, era appena arrivato dall’Italia.
Si sa, gli stilisti del Bel Paese sono i migliori!
La capigliatura era impeccabile ed il volto nascosto da un paio di occhiali da sole della Dolce & Gabbana, mi davano un fiero aspetto da milionario.
Tutti ammiravano la mia elegante figura, parevo quasi un re…
Modelle, attrici note e non, pop-star ed ancora altre donne...
Mi bramavano, sbavavano dietro ad un giovane così ricco e potente!
Ma si sa, la realtà spesso si diverte a mostrarsi ingannevole.
Ero soltanto un infiltrato...
Uno sbirro, ecco cosa realmente ero e sono!
Non è certo un vestito da 3000$ o una Modena 360 lasciata alle mani di un fattorino incaricato a parcheggiarla a rivelare la tua identità…
Desiderato e conteso, quella sera ero lì, in un lussuoso Casinò di Las Vegas: il Bellagio.
Non ero li per divertirmi, non ero li per scialacquare come sono soliti i veri ricchi…
No, più semplicemente, ero li per svolgere la mia missione!
Infatti, la polizia nazionale aveva avuto una soffiata da una delle tante “gole profonde” d’America, una di quelle che non si sa ne chi siano ne da dove vengano…
Decisero di indagare e, quindi, di assegnarmi il caso: ero io il loro uomo, uno sceriffo proveniente da Detroit.
Mi affidarono un compito abbastanza arduo: dovevo stanare il commercio di droga che vi era in quello luogo, arrestandone i boss.
La mia faccia era nuova per quell’affettata società di ricchissimi e malavitosi, infatti come potevano essi conoscere il volto di un semplice sceriffo?
L’occasione era certamente ghiotta per lanciare la mia carriera a livello nazionale, anche se i possibili rischi erano tanti ed inevitabili…
Appena mi proposero il caso, scelsi senza alcun indugio!
Tanto non avevo più nulla da perdere nella mia vita…
Troppo poco tempo era passato dalla sua scomparsa! Dalla sua barbarica esecuzione!
Per me, ormai, non vi era più niente per il quale valeva la pena vivere…
Niente, tranne un ultimo grande valore: la GIUSTIZIA!!!”


Lasciò le chiavi dell’auto ad un fattorino e si avviò verso l’entrata del locale dove esibì il suo documento d’identità: Clide Johnson, era questo il suo nome.
Molte persone lo osservarono con cupidigia, ma egli era li non per il proprio divertimento.
Doveva concludere un importante affare.
Estrasse, dunque, un biglietto dal taschino sul quale vi era un messaggio: ROULETTE TAVOLO 21, MEGAN ROSS, 21000$...
Si trattava del suo contatto dal quale avrebbe dovuto ricevere una chiave necessaria per aprire una cassetta di sicurezza situata proprio all’interno del Casinò.
Andò al tavolo di cambio del locale, facendosi dare 100000$ di fisches che gli servivano, anche se non tutti, per rendersi riconoscibile al contatto.
Si portò sul posto indicato nel bigliettino, li vi erano vari scommettitori, tra cui una donna dalla fine figura.
Puntò 21000$ sul 21, proprio come gli fu indicato.
La roulette girava e la biglia si fermò proprio sul 21!
La fortuna era proprio dalla sua quella sera.
Incassò la vincita dal croupier e, mentre si dirigeva al tavolo di cambio, fu avvicinato dalla donna presente al tavolo al momento del suo arrivo.

Donna: “Complimenti Mr. Johnson, vedo che lei è un uomo davvero fortunato!”

CJ: “Bhè, se dopo una tale vincita vengo avvicinato da una fantastica donna come lei lo devo essere sul serio!”

Donna: “AHAHAH! Comunque io sono Megan Ross ed ho una cosa per lei…”

CJ: “Sì, mia cara, lo avevo intuito! Tenga, questo è un dono per lei e Mr. 21…”

Estrasse dal taschino un pacchetto di carte da gioco francesi nel quale vi erano un ingente numero di biglietti da 500$.
La donna controllò il contenuto e fece un cenno affermativo con la testa, prese poi anche lei qualcosa dalla propria borsetta: era una chiave con su scritto il numero 21.
La diede all’uomo dal quale si congedò caldamente: “Bene, Mr. Johnson, il nostro incontro finisce qui, a meno che non voglia venire a bere qualcosa…”

CJ: “La ringrazio signorina, ma stasera sono qui solo per affari…”

MR: “Bhè, non vi è cosa migliore che mischiare dovere e piacere. Non so se capisce…”

Appoggiando la sue dita affusolate sul possente petto dell’uomo, il quale si scostò leggermente scuotendo leggermente la testa.

CJ: “Non me ne voglia mia cara, ma stasera non posso transigere…”

MR: “Certo, faccia come vuole… Sappi solo che se ci ripensa l’aspetto su, alla camera 12!”

Detto ciò sfilò alla sinistro dell’uomo, dal quale si allontanava progressivamente. La seguì con lo sguardo fino a che non scomparve dal suo campo visivo.
Si incamminò dunque fino alla sala delle cassette di sicurezza, lì vi trovò la numero 21.
Si guardò intorno e, notando che era solo nella sala, l’aprì con la chiave datagli in precedenza dalla donna e vi trovò quello che cercava: cocaina!
Una piccola dose che aveva la sola utilità di far assaggiare la qualità del prodotto al cliente.
Ne prese un po’ sull’indice passandoselo sulle gengive che persero sensibilità immediatamente.


DRIIIIN!!!
DRIIIIN!!!


Il cellulare dell’uomo squillò, facendolo sobbalzare. Era sicuramente Mr. 21.

CJ: “Si…”

?: “Mr. Johnson… Allora che ne dice, è felice?”

CJ: “Giuda ballerino!!! Non sono mai stato così felice in vita mia! Ora, che ne direbbe di contrattare da vicino?”

21: “Bhè, di solito non amo molto fare vedere il mio volto in giro… Ma lei mi è particolarmente simpatico!”

CJ: “Ottimo, allora quando e dove?”

21: “Vada nella stanza della signorina Ross, parlerà di tutto con lei…”

CJ: “Come preferisce Mr. 21…”

Aveva già riagganciato, lasciando l’uomo alquanto stranito dal suo comportamento.


DRIIIIN!!!
DRIIIIN!!!


Ancora una volta il telefono ma stavolta non era Mr. 21.

CJ: “Si…”

?: “Rob, il segnale della chiamata proveniva proprio dal Bellagio. Camera 12 per la precisione!”

CJ: “Ottimo, li abbiamo presi…”

Riagganciò e si diresse subito verso la stanza, trovò la porta socchiusa nella quale entrò cautamente.
Sapeva che al suo interno vi poteva trovare qualsiasi cosa e così decise di prendere dalla giacca la sua fedelissima Desert Eagle.
Procedette con circospezione ma al suo interno non trovò nessuno.
Sembrava una situazione tranquilla, ma non appena si voltò trovò puntata sulla sua fronte una Berretta calibro 9.
Era retta dalle mani di una donna: Megan Ross!

MR: “GETTA LA PISTOLA!”
-Abbassò l’arma poggiandola a terra, di fronte ai propri piedi-
MR: “E così, Rob Market, pensavi davvero che fosse così facile toglierci da mezzo?”

RM: “Bastardi!!! Sapevate fin dall’inizio chi fossi…”

MR: “Certo, sai meglio di me che Mr. Borden ha ancora un conto in sospeso con te…”

RM: “Ancora lui! Che vuole da me quel sfottuto bastardo?!”

MR: “Bhè, diciamo che gli hai quasi rovinato gli affari… Povero idiota, mai mettersi contro lo spacciatore più potente degli USA…”

RM: “Riuscirò a catturare quel pezzo di merda, dovesse essere l’ultima cosa che faccio…”

MR: “Mi sa che l’ultima cosa che farai sarà soccombere per mano di Mr. 21…”

RM: “Come Mr. 21?, dov’è nascosto?

MR: “Bhè, sorpresa: ce l’hai di fronte!”
-La donna prese un alteratore vocale, mentre continuava a tenere Market sotto mira-
MR: “AHAHAHAH!!! Ecco qui Mr. 21… Non l’avresti mai creduto,vero?”
-Market notò che la donna aveva un tappeto sotto ai suoi piedi e che, con scaltrezza, avrebbe potuto sfruttarne la posizione-
MR: “Ma ora, basta ciarlare… Caro Market, buona notte!”

Stava per premere i grilletto, ma Market, con un riflesso felino, tirò con forza il tappeto che la donna aveva sotto ai suoi piedi facendola cascare all’indietro.
Market afferrò prontamente la propria pistola e la puntò alla fronte della donna prima di bloccargli i polsi con delle manette.

RM: “Megan Ross, la dichiarò in arresto!”

Proprio in quel momento arrivarono le prime volanti della polizia, creando al di fuori del locale un parapiglia generale.
Questione di secondi e all’interno della stanza 12 irruppero all’incirca una quindicina di poliziotti.

Market li guardò e con fare sornione gli disse: “Ragazzi… Come al solito siete in ritardo!”

La battuta allentò la tensione nella stanza, dove i presenti si misero immediatamente alla ricerca di qualche traccia utile al caso.
Market uscì dalla stanza, la sua missione era ormai giunta al termine. Non gli restava altro che tornare alla sua amata Detroit.

“Lo dovevo immaginare… Dietro tutto c’era Borden, incredibile! Ovunque ci sia droga in questo paese c’è anche quel bastardo…
Ti prenderò, anche se ciò mi dovesse costare la vita!
Pian piano riuscirò ad arrivare a te ed allora non ti farò scappare…
Ci riuscirò, tanto non ho più nulla da perdere nella mia vita.
Proprio tu mi hai sottratto tutto e quando ti troverò mi dovrai rendere tutto con gli interessi!!!
Attento Borden, la Giustizia sta venendo a prenderti…”
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Hannibal Meat
05/11/2006 20:15
 
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"Un tranquillo venerdì sera" (Spot by (poz17) & The Andretaker per il WSTT)
-La Festa-

Sono le 11.30 P.M. di un venerdì sera come tanti altri. Si sente della musica provenire da una villa dei quartieri alti di Malibù. È un’altra delle tante feste da ricchi e puttanieri che ci sono in tutte le grandi città e nei posti in.

All’improvviso si apre il cancello della villa ed entra con il suo Porsche Jack Steel… Ma anche stasera non è da solo: con lui c’è anche il solito gruppo di puttanelle e il suo nuovo amico Michael DeFox… Quest’ultimo è alla guida dell’auto; Jack gli fa’ un cenno e lui parcheggia sotto un albero.
Jack è il primo a scendere dall’auto aiutando due delle tre ragazze a scendere dalla macchina, Mike invece sembra un po’ titubante ed impaurito: è la prima volta che va in un party del genere pieno di troie, alcool e soldi. Jack se ne avvede subito e chiama immediatamente due ragazze invitandole a fare compagnia a DeFox .
Jack si avvicina alla piscina con accanto l’amico:

JS: Visto Mike? Questa è vita! E’ questo ciò di cui ti parlavo: qui puoi avere ciò che vuoi, non ti sarà negato nulla, assolutamente nulla e se hai un qualunque problema chiama me, ok ?

MD: Ok, ok, Jack! No problem, mi piace già un casino questa festa, mi ci dovrai portare più spesso!

JS: Certo Mike! Ti ci porterò spesso ma tu ricordati: non ti mettere ne guai!

MD: Ok, io vado un attimo in bagno!

JS: Ok, io vado invece a farmi un bagno!

Dopo una breve risata i due si lasciano e vanno ognuno per la propria strada, Jack si butta subito in piscina con due ragazze, mentre Mike entra nel bagno con due tipette.

JS: Eh bravo Mike…

Nel frattempo nella strada adiacente alla villa si sento dei rumori strani ma nessuno se ne preoccupa ne tanto meno Jack, lui è troppo impegnato a bere e a toccare culi nell’acqua della piscina…

2.00 A.M.

È tardi ormai i ragazzi e le ragazze sono quasi tutti ubriachi, Jack è spaparanzato sopra un divanetto mentre il taxista sta ballando con una ragazza.
All’improvviso dalla strada si sentono delle urla, nessuno s’intertessa ancora una volta, anche se Mike smette di ballare e prova a chiamare Jack che però non lo sta neanche ad ascoltare.
DeFox esce dalla villa per controllare che succede, ma non vede niente all’inizio, se ne accorge solo in un secondo momento che nella vietta laterale c’è una macchina della polizia parcheggiata ma nessuno è seduto all’interno.
Il taxista incuriosito svolta l’angolo, e vede un paio di prostitute maltrattate da dei poliziotti che le percuotono e le insultano…

I puttana: Aiuto, qualcuno ci aiuti!

I poliziotto: Zitta troia! Tu non meriti né aiuto né rispetto, sei solo una lurida puttana nulla di più!

Il secondo poliziotto invece continua a picchiare l’altra ragazza.

Mike memore di ciò che gli aveva detto Jack lo va a chiamare…

MD: Jack, vieni! Dai vieni cazzo!

JS: Cosa cazzo c’è Mike?

MD: Nel vicolo ci sono due poliziotti che stanno picchiando due prostitute…

JS: Cosa?! Mischia, muoviti Mike! Andiamo subito!

Jack si alza dal divanetto con un balzo felino ed i due si mettono a correre verso il vicolo. Entrambi sono molto agitati, nessuno si può permettere di toccare delle care lavoratrici notturne.
Ecco, i due sono arrivati davanti ai poliziotti e Jack urla:

JS: Ehi, voi due rifiuti umani, lasciatele stare!

I due poliziotti si girano e lasciano le due ragazze poi si avvicinano ai due ragazzi per arrestarli ma:

MD: Non provate neanche ad avvicinarvi se volete continuare a camminare con le vostre gambe!

JS: Esatto!

I due sbirri però non si fermano e anzi aumentano il passo.
Jack e Mike si fanno un gesto d’intesa poi Mike colpisce uno dei due rappresentanti della legge con un braccio teso, Jack invece prende l’altro e lo prepara per la Loveslam che viene eseguita perfettamente.
Jack chiama Mike ed i due se la danno a gambe verso la macchina portando con sé anche le due puttane salvate, mentre il poliziotto superstite si avvicina alla macchina strisciando e chiede aiuto.

Mike si mette alla guida e sgomma fuori dall’abitazione.

-L’inseguimento-

Adesso anche i due poliziotti hanno preso posto nella loro vettura... Lo sbirro ridotto meglio si mette alla guida... Prima marcia ingranata... La Chevy Impala delle forze dell’ordine parte in sgommata a sirene spiegate all’inseguimento dei due nuovi fuorilegge...

La strada che riporta in centro dal quartiere residenziale è difficile da percorrere... Curve a gomito in discesa da fare a folle velocità per sfuggire alla legge... Nessuna via secondaria... Chi arriva prima in fondo riuscirà ad avere la meglio sull’altro...

Si parte per la discesa...

JS: Mike, sei sicuro che di qua li semineremo?

MD: Tranquillo Jack, questa è la strada più difficile per loro… Con una macchina a trazione posteriore vedrai che ciambelle faranno alle curve... Allacciati la cintura... Ci sarà da divertirsi...

Prima curva: le ruote fischiano sull’asfalto... La Porsche gira di 180° precisa sotto il magico tocco di DeFox... In posizione per il rettilineo cheli separa da una nuova curva...

Fumate bianche invece dalle ruote della Chevy che sovrasterza troppo ed ha bisogno di una decisa frenata per rimettersi in carreggiata... Le luci blu e rosse intanto illuminano tutto l’ambiente notturno, e le auto che passano suonano il clacson alle due vetture che si rincorrono...

I Poliziotto: (Parlando nel walkie-talkie) Qui pattuglia 261... Servono rinforzi sulla strada per il quartiere residenziale... Una Porsche argentata si sta dirigendo verso la città a folle corsa... Noi siamo all’inseguimento ma non riusciamo a seguirli bene... Se necessario create un posto di blocco in fondo alla strada.

La tensione all’interno della macchina sportiva si taglia con il coltello... Le ragazze si stringono, si abbracciano, hanno paura... Jack si gira e tenta di tranquillizzarle m le due ribattono che saranno tranquille solo quando saranno a casa... E intanto fra i fischi delle gomme e le fumate dovute all’attrito con l’asfalto la discesa continua...

Il frastuono delle sirene sta diminuendo... Non è possibile che abbiano desistito di già! Mike guarda nel retrovisore... E vede che la vettura è uscita fuori strada e ha fatto un salto nel vuoto in un baratro di almeno 50 metri!!!

MD: Cazzo Jack! Ora ci arresteranno anche per omicidio colposo di pubblico ufficiale! Io torno indietro!

JS: Dai Mike, manca poco... Tu rallenta un po’ e pensa a tenere questo bolide in strada mentre io tranquillizzo le bambine... Cerchiamo di arrivare fino in fondo alla strada...


*BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!*


Una tremenda esplosione accompagnata da un bagliore arancione di fuoco e fiamme si diffonde nella non più tranquilla notte di Malibù... Le luci si accendono nelle case... I cittadini si riversano nelle strade mentre i due fanno il loro ingresso nella città a bassa velocità per non dare nell’occhio...


Fanno un pezzo di strada arrivando alla fine della calca di persone che si è formata dall’altra parte dello strapiombo... Ma, colpa del destino, proprio in quel momento passa una pattuglia e si sente gridare da un poliziotto che è dentro:

III Poliziotto: Sono loro! Gira che li inseguiamo!

JS: Cazzo, Mike, ci hanno trovato! Ridai gas a tavoletta! L’inseguimento non è ancora finito!

E si riparte come prima ma stavolta dentro all’intricato centro di Malibù!

Drift, inversioni a U, frenate improvvise, questa macchina non si riposerà per parecchio tempo... Ma ad un certo punto la Porsche riesce a seminare la Focus della nuova pattuglia inseguitrice ed entra in un vicolo cieco e buio per non farsi vedere e far andare avanti la pattuglia... I poliziotti non si accorgono dell’improvvisato parcheggio e continuano a dritto...

La macchina è spenta, i fari sono spenti...

MD: Jack, dobbiamo disfarci di questa macchina! Se ci ritrovano saremo nella merda!

JS: So io dove portarla, metti in moto e ci andiamo!

Mike gira la chiave, ma la macchina non riparte… Di nuovo… Niente… Jack guarda il cruscotto...

JS: Cazzo, Mike, abbiamo finito la benza! E ora cme cacchio facciamo?

MD: Te lo dico io come… Aiutiamo le ragazze a salire sul muretto, poi ci disfaremo della macchina...

JS: Cazzo! E come?

Le ragazze sono sul muretto e ci salgono anche Steel e DeFox...

MD: Jack, mi dispiace...

Mike prende un accendino, lo accende, e lo butta sulla macchina...

MD: Giù dal muro!!!

*BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!*

Una nuova esplosione infiamma la nottata di Malibù, mentre i quattro se la danno a gambe...

MD: E adesso però dove minchia andiamo?

JS: Qui vicino ho una casa per venire con le puttane… Rifugiamoci là… E’ proprio dopo questo edificio!

6:00 AM

I quattro raggiungono la porta ed entrano… L’appartamento è all’ultimo piano... Essi si dirigono verso a porta ed entrano...

MD: Ma, Jack, ormai è quasi l’alba, non mi riconosceranno di sicuro... Cosa ci faccio qui? Posso tornare benissimo a casa...

Jack si gira verso l’amico e lo guarda con un’aria interrogativa… C’è un po’ di silenzio, si sentono di nuovo le sirene degli sbirri he vanno a controllare cosa sia successo, ma a questo punto la macchina sarà già carbonizzata...

MD: Alla festa ci siamo stati, abbiamo ucciso due poliziotti, siamo stati inseguiti per mezz’ora e più, ho già vissuto troppe emozioni stanotte...

Jack si dirige verso una porta, la apre ed invita una delle due ragazze e Mike ad entrare... Il tassista è un po’ titubante, ma poi si avvicina mentre la ragazza comincia a spogliarsi... Jack è all’entrata e gli dà una scatola di preservativi mentre dice alla sua puttana di andare in un’altra stanza...

JS: Troppe emozioni? Scherzi? La notte è appena iniziata...

[Modificato da The Andretaker 05/11/2006 20.32]

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CITH - Boss WBFF
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Ava Misfit
The Boss
06/11/2006 20:38
 
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Esperimento
Prendete una zucca, estraetene il suo contenuto e metteteci all’interno del sale. Mangiandola, vi accorgerete che quella è sì una zucca, ma non è più se stessa.

Nashville, 05-11-2006
Il lume di una candela accesa accompagnava il sonno del guerriero greco. Difficile dormire in una sera in cui i pensieri gli incutevano timore, chissà poi per cosa. Non era una sfida a 50 uomini a fermarlo, quello che lo provocava era che in lui era tornata la necessita di affidare a qualcuno le sue speranze.

“sono rimasto solo”, una frase che evocava lo stato d’animo di una persona abbandonata da tutti. Questo era il suo destino, finire dimenticato. Kratos avrebbe preferito togliersi la vita piuttosto che invecchiare nel buio di una stanza come la sua. Il lottatore accese la luce ed andò a vedere il suo riflesso allo specchio. Un uomo dal volto stanco, giovane ma segnato dalla depressione. La sua testa era completamente priva di peli. Neanche un capello, tutto dopo quell’incidente. Lì, aveva perso la vita, la sopravvivenza non poteva essere paragonabile ad un passato più felice. In lui, risiedeva un mostro, pronto ad esplodere e sterminare ogni persona che gli si parasse di fronte.

“non ricordo più cosa sia l’amore, ma so provare odio”, un brivido poteva ora scuotere la sua possente schiena. Odiare, proprio come il peggiore nemico, Kazama, che con l’odio aveva tolto la vita della sua donna. Amare, quello che lui provava per la donna e per i suoi Dei. La devozione per entrambi lo aveva portato alla sofferenza. Ma fu proprio nel guardarsi allo specchio che John ebbe un segnale terrificante, un ricordo di qualcosa che non poteva collocare nel suo passato. C’era qualcosa di cui si stava ricordando.

Dr.Cohen, ci serve aiuto.

Cohen, Dr.Cohen, lui non conosceva nessuno con quel nome, ma aveva già sentito questa voce. Quando? Perché? Kratos cercava di ricordare, ma la sua infanzia era stata in Grecia, senza cognomi americani. La testa di Kratos sembrava impazzire, qualcosa lo faceva ragionare e neanche mettersi le mani sulla fronte lo faceva sentire meglio.

Dottor Cohen, a che punto è il processo?

“no, non c’è alcun processo. È frutto della mia immaginazione”. Questo ragionamento non convinceva il greco, che sentiva sempre di più una verità che emergeva dal nulla. Nella mente, c’era come un blocco che gli impediva di ricordare, ma la sua forza di volontà iniziava a proiettare immagini molto forti. Kratos era sicuro di voler sapere la verità? Dopo aver deglutito, Kratos decise finalmente di dare libero sfogo al suo passato, il ricordo più tenebroso che possa esistere stava per essere risvegliato e lui non sarebbe più stato lo stesso.

Il ricordo di Kratos
Una sera come tante altre. John stava rientrando verso la sua casa, ma si accorse di una macchina dietro di lui.

???: “ehi, ragazzo, vuoi un passaggio?”
John: “no, grazie, non parlo con gli sconosciuti”
???: “ma ho una macchina bella”
John: “anche i miei piedi sono belli e scattanti”

John iniziò a correre finché non vide più nessuna macchina dietro di lui. Quella sera, c’era però qualcuno di fronte a casa sua con un walkie talkie. Quell’uomo squadrò con occhi di ghiaccio il greco mentre rientrava verso casa. John ebbe un po’ di paura, ma quello non fece nulla, osservò solo il suo rientro. Il ragazzo si mise a spiare da casa, accorgendosi di quello che stava dicendo quell’uomo, che parlava di qualche progetto.

Il giorno successivo, avvenne l’incidente; la famiglia si dirigeva ad un Luna Park a Nashville dopo un lungo viaggio in auto. Efeso, il padre di John, non frenò in tempo ad una curva e la macchina finì per schiantarsi, ma nessuno si fece del male. John era preoccupato, trovando la testa del fratello Kyros sulle sue spalle. Suo padre arrivò ad aiutarlo ad uscire, ma vi erano dei militari dietro di loro.

John: “papà, che succede?”
Efeso: “tranquillo, faremo un gioco anche essere al luna park”
John: “non capisco”
Efeso: “quegli uomini dietro di me si prenderanno cura di te, ti faranno giocare con la mente per scoprire le reazioni umane. Sai, sei la mia unica fonte di guadagno, mi fido di te”
John: “e Kyros? La mamma?”
Efeso: “tuo fratello farà un gioco simile al tuo, non ti preoccupare. Invece, la mamma non la vedrai più. È morta nell’incidente”
John: “no, l’ho vista muoversi”

Efeso estrae una pistola e spara alla moglie.

Efeso: “ora, è morta”
???: “ehi, ragazzo, io sono il Dr.Cohen, sarò io a studiare il tuo cervello. Sei una persona fortunata, vedrai presto cose che nessuno ha mai osato vedere”
John: “voglio tornare da mio fratello”
Dottore: “abbi fede, ragazzi, devi credere in qualcosa nella tua vita”

Kratos venne portato via con la forza, caricato sul sedile posteriore di un carro armato ed addormentato da una puntura sul braccio. Mentre si stava svegliando, sentì le voci di questi militari e del Dr.Cohen.

Militare: “Dr.Cohen, ci serve aiuto. Si sta risvegliando”
Dottore: “lascia che si svegli, tanto quando avremo finito non si ricorderà di nulla”
Militare 2: “Dottor Cohen, a che punto è il processo?”
Dottore: “il ragazzo si sta stabilizzando. La sua mente è più facile da gestire rispetto a quella di suo fratello”
Militare 2: “quindi il progetto Olimpo può finalmente materializzarsi. Tutto grazie ad Efeso”
Dottore: “quel patetico fallito ci ha fornito due cavie, possiamo divertirci con John Kratos. Crederà in un mondo irreale, vedremo se l’ira svilupperà in lui una nuova forza. Lo seguiremo da vicino, saremo noi a fargli apparire visioni di creature inesistenti con microparticelle a contatto con i suoi neuroni”
John: “chi siete voi?”
Dottore: “te l’ho detto, sono il Dr.Cohen, ma è inutile dirtelo. Non saprai mai della mia esistenza, io invece continuerò a seguirti”
Militare 3: “ho finito di creare Kasha, è appena nata, fra qualche anno avrà forma nel suo cervello”
John: “chi è Kasha?”
Dottore: “questo è un regalo da parte di tuo padre. Volevi rivedere tua madre? Un giorno sarai accontentato, tua madre tornerà a vivere nella tua testa”
John: “NO, lasciatemi in pace”
Dottore: “troppo tardi. Noi facciamo il lavoro che ci è stato assegnato, tuo padre invece si farà i soldi. È una persona mostruosa, non capisco come si possano sacrificare due figli ed una moglie per diventare ricchi”

John finì in lacrime, mentre le prime voci iniziarono ad addentrarsi nella sua mente. Prima di chiudere gli occhi per l’ultima volta riuscì a leggere in lontananza una scritta: progetto Olimpo. Da quel momento, la sua vita divenne un inferno di spionaggio, ma lui non poteva saperlo. Alla fine, il suo cervello era debole, non sarebbe mai stato in grado di scoprire quello che gli era successo. Una macchina d’odio creata per distruggere e portare devozione verso Dei che esistevano solo nella sua mente. Era stato sfruttato per ricerca scientifica, forse per progetti militari. Aveva ucciso un fratello per i loro studi, ora aveva perso tutto.

La vendetta è vicina
Il ricordo svanì. Il battito cardiaco di Kratos era salito drasticamente. Ormai, lui era un uomo, ma qualcosa gli diceva che continuava ad essere spiato.

“potete sentirmi? Ho scoperto di voi e verrò a vendicarmi”, queste parole diedero al greco un nuovo motivo per vivere. Vendetta nei confronti di un padre che l’aveva scaricato, facendosi i soldi, nei confronti di uomini dal cuore di pietra che l’avevano trattato come un animale da laboratorio, giocando con lui, divertendosi a manipolarlo. John si chiese chi fosse veramente, ma allo specchio apparve un’immagine che non era più la sua. Un uomo in camice con lo stemma da militare. Gli occhiali lucenti e lo sguardo malvagio, il Dottor Cohen.

Dr.Cohen: “ciao, John Kratos, così mi hai riconosciuto, vero? Vuoi sapere chi sei, te lo dirò subito. Sei un esperimento fallito, uno scarto dopo anni di studio per sistemarti. Non ti preoccupare, presto farai la fine di ogni scarto, sarai schiacciato e distrutto. Se pensi di poterci sfidare, allora non hai idea di chi siamo veramente. Non puoi fermare chi guida la tua anima, siamo i tuoi Dei e continueremo ad essere dentro di te finché sarai in vita. Muori, esperimento fallito, puoi porre fine alle tue sofferenze”
Kratos: “morire? Mi hai studiato per tutti questi anni e non hai ancora capito chi sono io. Sono un vendicatore e le tue ore sono contate. Inizia a temere la vendetta dell’uomo che hai manipolato come un oggetto, il mio terrore si abbatterà su di te. Ma non preoccuparti. Userò questo odio contro altre 49 persone. Io sono un esperimento fallito che è sopravvissuto, sono lo scarto che riesce a schiacciare il proprio oppressore. Io sono John Kratos, il vincitore della Extreme Rumble 2006. E se non mi credi, lo scoprirai quando ti sveglierai all’inferno. Scappa, Dr.Cohen, il ragazzo è cresciuto ed ha voglia di farti quello che tu hai fatto a lui. Ah, ah, ah”

John Kratos sferra un pugno contro lo specchio, il vetro si infrange, ma i capelli del Dr.Cohen vengono sporcati dal sangue sulla mano del guerriero. L’immagine del dottore insanguinato provoca nel guerriero greco un desiderio di rivalsa. La vendetta è vicina, neanche 49 nobili combattenti possono più fermare un esperimento… fallito.

[Modificato da cell in the hell 06/11/2006 20.38]

07/11/2006 16:36
 
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Spot per la Extreme Rumble


The World’s Violent Man.

Finalmente il gran giorno era arrivato, sognavo da tanto tempo questa cosa e finalmente può diventare realtà.

Oggi parteciperò al torneo più sadico che ci sia al mondo e determinerà qual è l’uomo più violento della terra, naturalmente tutto ciò è rigorosamente illegale e il luogo del torneo è totalmente segreto.

Eccoci qua!! Mamma mia che gente, si credono dei duri ma non sanno che per essere veramente cattivi e violenti non lo si deve dimostrare esteriormente, ecco intanto che ci viene detto di dirigerci verso i sotterranei di questo strano castello.

“Buona sera signori, vi presento l’organizzatore di questo torneo il Barone Von Kausius”

Questo Barone mi sembra proprio freddo e maligno, sguardo completamente assente, un aria di sufficienza e il suo tono di voce è ancor più raccapricciante…

“Signori come avete appreso io sono il Barone Von Kausius. L’organizzatore di questo splendido evento, dunque si dia inizio alla violenza!! La prima prova consisterà nel dover colpire ripetutamente i miei schiavetti con le apposite catene di metallo poste dietro di voi, cominciate!!”

Ed ecco che finalmente inizia la parte che mi piace, eccola lì la catena, quant’è bella e luccicante mi sembra quasi un peccato che debba sporcarsi di quel lurido sangue, ma andiamo a cominciare….

(Manson afferra la catena e prima di scagliarla contro il povero e inerme schiavo la fa roteare un paio di volte, un colpo diretto alla testa ed il pover uomo già sanguina e rantola a terra ma Manson non si ferma continua a distribuire colpi con una violenza inaudita e finisce col spezzare un avambraccio all’ inerme schiavo ma non gli basta ancora!! Manson continua a pestarlo e i suoi occhi sono diventati rosso fuoco, sembra come posseduto…il tempo è finito ma Manson continua lo stesso, servono addirittura 3 persone per distoglierlo dal massacro, la faccia di Manson è piena si schizzi di sangue che lui prontamente si lecca via!!)

“Avevo capito che era finito il tempo ma non mi andava di terminare cosi presto, mi stavo divertendo troppo”

“Signor Manson ma che foga che abbiamo!! I miei complimenti”

“Grazie Signor Barone”

“Andiamo a cominciare la seconda prova, ora verrà portato davanti a voi un letto chiodato e un altro schiavo e vediamo chi sarà il più brutale”

“Un letto di chiodi!! Che bello il mio preferito”

(Ecco che arriva il letto chiodato, arriva assieme ad esso il povero schiavo, che lo portava a spalla quasi ad emulare Gesù prima di essere crocifisso. Manson con degli sguardi di fuoco e una smorfia diabolica afferra lo schiavo ed esegue una Bodyslam sui chiodi, per poi afferrare mani dello schiavo ed infilzarle sui chiodi!!! Ma Manson non ha finito e dalla tasca tira fuori un taglierino e con esso incide sulla fronte dello schiavo la scritta “J.M.” le sue iniziali….la prova è finita ma Manson si diletta a punzecchiare e tagliuzzare col taglierino lo schiavo che ormai è svenuto dal dolore.)

“Signor Manson ma quale ferocia!! Bene bene, l’avevo detto che chiamare un Wrestler della WBFF sarebbe stata una buona idea e soprattutto perché abbiamo scelto lei, ora vi illustro la terza e ultima prova della competizione, dovrete andare in strada e fare ciò che volete al primo passante che trovate….e quando intendo ciò che volete intendo qualsiasi cosa!!...forza andate”

(Jack si dirige verso l’uscita e con la totale indifferenza del fatto che sia completamente sporco di sangue ferma un signore anziano e chiede se ha da accendere, con voce tremolante il signore risponde di si e tira fuori uno di quei grossi accendini…..)

“allora dove sta la sigaretta?”

“Oh ma signore, io non ho nessuna sigaretta da accendere..”

“E allora cosa diavolo deve accendere?”

“Lei!!”

(Manson prende l’accendino dalla mano del vecchio e prima lo colpisce con una violentissima Clothesline poi se lo mette in spalla e si dirige verso la pompa di benzina, una volta arrivato dice al benzinaio di volere il pieno, egli esitante dice di non vedere la macchina…)

“Scusi ma a cosa le serve il pieno se non c’è la macchina? E……quell….signore steso a terra chi è?”

“E’ uno a cui oggi l’oroscopo ha predetto una giornata focosa”

(Manson tira fuori in taglierino e accoltella il benzinaio, prende la pompa di benzina e cosparge il povero vecchio di essa e come se non bastasse allaga anche la stazione di benzina……Accende l’accendino che aveva messo in tasca ma si blocca un attimo…..)

“Ecco dove stava la sigaretta..”

(Manson accende la sigaretta e si dirige verso il castello…..dopo qualche metro lancia dietro di se l’accendino e cosi il povero vecchio comincia a bruciare assieme a tutta la pompa di benzina….le urla del vecchio richiamano l’attenzione di altri passanti che però sono inermi difronte a tutto ciò, Manson sorridente e con la sigaretta in bocca apre la porta del castello e si dirige verso i sotterranei…)


“Congratulazioni Manson l’ho seguita passo passo con la mini-videocamera che le abbiamo messo sul giacchetto….davvero bravo”

“Grazie signore…”

“Ehm Manson…..qui non si fuma”

“Ah ok…..mi scusi”

La gara era finita, l’attesa è snervante avrò vinto si o no? Uffa….ma quanto ci mettono…

“Signori abbiamo raggiunto il verdetto…a decisione unanime della giuria, che poi sarei io, nomino World’s Violent Man……………………………………………………Jack Manson!!! …Congratulazioni!”


Si si si!!! Ce l’ho fatta il mio sogno d’infanzia finalmente avverato….sono l’uomo più violento del mondo.

(Gli addetti del Barone consegnano a Manson una mazza da basebal dorata con la scritta World’s Violent Man…..questo è il simbolo della violenza gli dice il Barone.)

Che bella questa mazza, non vedo l’ora di usarla….ma perché non ora?

(Manson impugna ben bene la mazza e colpisce ai genitali uno degli addetti del Barone)

Si funziona bene…

(Manson si dirige cosi verso casa dopo aver salutato il Barone e averlo ringraziato di avergli dato la possibilità di avverare il suo sogno, ma ora Jack ha altri sogni ed il primo fa questi è diventare qualcuno in WBFF…….diventare Undisputed Champion!! E per farlo ha un'unica possibilità….vincere la Extreme Rumble!!)

“Si ce la posso fare!… io vincerò la la Extreme Rumble e poi diventerò Undisputed Champion perché sono Jack Manson the world’s Violent Man.
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Nick Porter/Kastriotis
07/11/2006 16:37
 
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Rissa Estrema
Notte in questa luminosa strada di una cittadina statunitense, traffico assente se non fosse per qualche automobile che scorre rapida nell’ampia via, brevi interruzioni del silenzio notturno.
La quiete pare però destinata a scomparire in questo istante, a causa del rombo artificiale prodotto da un mezzo di trasporto:

VROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!

Il mezzo è uno sgangherato e chiassoso scooter blu scuro di fabbricazione italiana, su di esso viaggiano due individui provenienti dall’Albania, che dialogano ad alta voce tra di loro cercando di sovrastare il chiasso prodotto dalla marmitta truccata:

Ladruji: “Fratelo!”
Aldurji: “Ullalala, questo esere valzer di moscerino…ullalalala…”
L: “FRATELO!!”
A: “ARGH!”

Aldurji perde a causa dello spavento il controllo del Phantom per qualche secondo, rischiano di schiantarsi contro un lampione.
A: “TU ESERE SCEMO! Non fare piu spaventare me o io butare via tuta tua aqua di colonia!”
L: “Scusa fratelo, io no volere spaventare te…”
A: “Alora cosa volere? Esere gia fermato per pisciare…”
L: “No, io volere sapere dove noi andare!”
A: “Testa di capra! Io avere spiegato te prima!”
L: “Tu avere solo deto ke andare ad alenarci per grande peiperviu WBFF!”
A: “Apunto!”
L: “Ma dove noi alenare?”
A: “Tu no fidare di tuo fratelo magiore?”
L: “Certo!”
A: “Alora STAI ZITO! E fare me guidare e cantare…Ullalala…”


Il maggiore dei fratelli Brazorf prosegue la sua spericolata guida del Phantom lungo la strada, noncurante del rispetto del codice stradale. La corsa prosegue fino a che sul margine della strada non trovano un locale ben illuminato dall’aspetto poco raccomandabile, attorno l’entrata si trovano numerose motociclette Harley Davidson e cocci di bottiglie rotte sparsi sul polveroso selciato.
Aldurji parcheggia il suo ammaccato motorino affiancandolo agli altri motoveicoli, un vero pugno nell’occhio per un estimatore di moto, ma anche per chi non lo è affatto…
L’albanese si appresta a mettere piede all’interno del locale, ma il fratello minore lo trattiene per un braccio:

L: “Fratelo! Ma non dovere noi andare ad alenare?”
A: “Infati! Noi ora andare ad alenare!”
L: “Alenare a ki bere piu bira EFES me sembrare! Ed efetivamente noi finito bira…”
A: “Tu no capire niente! Seguire me ke ora spiegare tuto e alenare!”


Aldurji entra spalancando la porta e Ladruji lo segue a ruota…
Il gesto produce parecchio baccano e i frequentatori del pub sembrano non gradire, soprattutto si incuriosiscono nel vedere i due strani individui chiaramente di origini straniere, e i forestieri non sono mai molto graditi, soprattutto dai tipici “delinquenti su moto” che hanno come meta questo locale, colossi di un centinaio di chili l’uno che fanno della strada e dei pugni la propria filosofia di vita…

L: “Fratelo, no piacere me come guardare questa gente…in bar itagliani esere solo vekki e ragazi mingherlini, ma questi esere dopio di noi…e poi non dovere noi alenare?”
A: “Tu no preocupare, ora noi alenare! Stare a vedere…”


Aldurji si avvicina al bancone e fa un’ordinazione:

A: “Dare me due bire EFES, per me e mio fratelo!”
Barista: “Non abbiamo questa marca di birra!”
A: “COZA?!? IO TI AMAZO! E AMAZARE TUTI VOI!!!”


Tutti gli energumeni presenti nel pub si alzano di scatto inferociti dal tavolo e si dirigono senza voler sentire ulteriori spiegazioni verso i due lottatori della WBFF!

L: “Ma tu esere pazo! Questi amazare noi”
A: “QUESTO ESERE MIO FRATELO LADRUJI! LUI AVERE DETO KE POTERE MENARE VOI TUTI DA SOLO!”



5 minuti dopo, fuori dal locale…

Due cadaveri volano fuori dalla porta del pub per crollare sul selciato spargendo in aria una nuvola di polvere col tonfo, attutito dai cocci di vetro delle bottiglie spaccate (AHI!)…

L: “Fratelo, perke tu esere tanto idiota? No dovere noi alenare per peiperviu WBFF?”
A: “Apunto, come si riamare prossimo peiperviu?”
L: “ESTRIM RAMBOL…rissa estrema…”
A: “Apunto, noi esere apena alenati per rissa estrema con rissa ancora piu estrema!” (*svenimento*)
L: “Fratelo, tu esere genio!” (*svenimento*)


E così i Kastriotis erano pronti per competere nella celebre Extreme Rumble…

…sempre che riescano a riprendersi dal duro allenamento…
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Lucy Black
07/11/2006 17:11
 
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Femmina Fatale
New York

Come ogni sera iniziai a lavorare nella discoteca più grande di New York il rinomato Vanity Girl.
Faccio la cubista da circa tre anni,entrata nel locale per caso,una sera con amici,riconobbi un'amica di vecchia data,parlammo un paio di minuti fino a che mi supplicò a sostuire una ragazza che li piantò in asso proprio in uno spettacolo importante.
Mi cambiai, lo feci per gioco,il padrone del locale dopo la mia esibizione mi propose di entrare a far parte dello staff : sarei diventata prima "ballerina",accettai ed eccomi qui.
Quella domenica finii presto di lavorare,erano presto circa le tre e mezza, andai al bancone per un ultimo drink per poi tornare a casa, fu lì che un ragazzo si avvicinò.
Era di bell'aspetto,vestito sportivo-elegante.
Mi fissò a lungo negli occhi, tentando di cogliere la mia attenzione, o anche solo il mio sguardo. Non ci riuscì, e tentò quindi un approccio differente.

Jean: "Posso avere l'onore di offrirle un drink signorina Lucy?”
Lucy:"Lusingata,posso sapere il suo nome così potrò ringraziarla?”
Jean:"Jean.”
Lucy:"Come fai a conoscere il mio nome,Jean?”
Jean:”Stasera ti sei posta all’attenzione di tutti, come facevo a non notarti”
Lucy: “Capisco.”
Jean:"Vieni a sederti con me nella sala priveè,solo per qualche istante, il tempo del drink.”
Lucy:"Va bene ma per poco.”


Arrivati alla sala priveè si siedono uno di fronte all'altro posano i drink presi al bancone del bar...

Lucy:"Allora come mi conosci?”
Jean:"Vengo spesso al Vanity Girl e con il passare del tempo ti sei fatta un ottima reputazione,complimenti, balli benissimo.”
Lucy:"Grazie è gentile da parte tua,cosa ti ha portato a offrirmi il drink???”
Jean:"Non è da tutti i giorni offrire un drink a te Lucy,penso che chiunque vorrebbe essere al mio posto,posso sedermi al tuo fianco?”
Lucy:"Non gradisci guardare negli occhi la persona con cui stai parlando?”
Jean:"Vorrei vedere a distanza ravvicinata i tuoi occhi brillare,e con tutta l'onesta, vorrei vantarmi per la bellezza che ho a fianco a me.”
Lucy:"Accetto,te lo sei meritato.”


Si siede mettendo il suo braccio tra le spalle di lucy,lei lo invita a spostare il braccio,lui acconsente e lo appoggia tra le gambe di Lucy...

Jean:"Che ne dici ti va di venire a casa mia giusto per conoscerci "fino in fondo" Lucy?”

Lei acconsente e le fa cenno a Jean di alzarsi dal divanetto della sala, appena Jean si alza le si avvicina intenta ad abbracciarlo ma...... STONFFF....le sferra un calcio nelle cosiddette parti basse,lui rosso in viso dal dolore cadde a terra, implorandole perdono...
Lei si girò e disse:"MAI ESSERE PRESSANTI, ALLE DONZELLE NON PIACE!!!"

Lucy: “Soddisfatto? Ora mi conosci meglio? Sono Lucy Black, prima ballerina di New York e…Femmina Fatale!”

[Modificato da Bibba Taty 07/11/2006 17.13]

[Modificato da Bibba Taty 07/11/2006 17.13]

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King Of Fight
Jaz / Cazador / McClure
07/11/2006 22:52
 
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Killers (spot Jackal)
Sigarette
Gli ingredienti dei derivati del tabacco comprendono tabacco, carta, filtri e additivi. In aggiunta, possono essere presenti residui di pesticidi, fertilizzanti e di sostanze adoperate durante la fabbricazione. Gli additivi vengono usati per esaltare le caratteristiche naturali dei derivati del tabacco, probabilmente per migliorare le loro capacità di conservazione e diminuire la loro deperibilità durante il trasporto. Sono usati anche per rendere i prodotti più desiderabili, per esempio migliorandone il gusto, ma anche per scopi più sinistri, come aumentare la dipendenza da nicotina e rendere più facile imparare a fumare. Incrementando il gusto per la sigaretta, se non peggio, additivi che sono innocui possono portare ad una maggiore assunzione di fumo e quindi causano molto più danno di quanto causano di per se le piccole quantità di additivi chimici. Se dovessimo andare ad analizzare con precisione gli additivi e le altre sostanze presenti all’interno di una sigaretta, probabilmente il 90% dei lettori smetterebbe di fumare; tanto per citare uno di questi elementi vi è il catrame, riportato tra l’altro sugli stessi pacchetti. Ci si chiede perché venga messo, visto che esistono molteplici tipi di catrame e fare rapporti tra pacchetti è assolutamente inutile.
Ogni anno vengono consumati 6000 miliardi di sigarette in tutto il mondo.
Ogni anno 3 milioni di persone muoiono nel mondo a causa del fumo.
Circa 1 miliardo di persone nel mondo fuma.
Le sigarette sono indubbiamente uno dei killer più pericolosi esistenti.

“Portai la mia Davidoff Classic no. 12 alla bocca e col mio accendino metallico di lusso diedi fuoco al tabacco;…”

Tumori
Sono una delle principali malattie causate dal fumo. In medicina i tumori non sono altro che popolazioni di cellule somatiche che, prendendo origine da una sola cellula dell’organismo “danneggiata”, ha iniziato a subire una serie di mutazioni, purtroppo malevoli per il corpo umano.
Queste cellule iniziano a moltiplicarsi e di conseguenza muoiono sempre più cellule sane,causando così un disequilibrio. I tumori possono venire distinti tra benigni e maligni, ma non starò qui a spiegare le tediose differenze tra questi due tipi di tumori.
I tumori ogni anno fanno circa 15 milioni di nuove vittime.
1 miliardo di persone nel mondo fuma.
I tumori colpiscono anche chi non fuma.
Possono essere considerati uno degli assassini più spietati e inaspettati esistenti.

“… quelli come me potevano essere tranquillamente essere considerati dei cancri per la società,…”

Cattiva alimentazione
Non solo bisogna guardarsi le spalle da ciò che esiste apposta per danneggiare l’uomo, bisogna addirittura prestare attenzione a ciò che esiste per aiutare l’uomo a vivere, ovvero il cibo. Se non si presta attenzione alla spesa che si va a fare in quei 10 minuti di tempo libero della giornata, si rischia di acquistare alimenti a contenuto ipocalorico, o con eccessi di grassi, zuccheri, carboidrati e via dicendo.
Una cattiva alimentazione può portare a malattie più o meno gravi, dall’obesità fino al diabete. Si calcola che solo negli Stati Uniti la cattiva alimentazione faccia 408.000 vittime l’anno, ed in tutto il mondo causerebbe quasi lo stesso numero di morti per fumo, attivo e passivo.
E pensare che per evitare tutto questo basterebbe appena mezz’ora al giorno di attività fisica a ritmo sostenuto, così da mantenere il proprio fisico il più possibile in salute e prevenire la maggior parte delle malattie dovute ad una scorretta alimentazione.
La cattiva alimentazione non è un killer, è un suicidio.

“…ma sinceramente non me ne fregava un cazzo. Uno spiffero di vento tirò dalla finestra lasciata aperta, facendo finire della cenere della mia sigaretta sul cheeseburger precedentemente preso al take away…”

Alcol
È la terza causa di decessi prematuri e disabilità dopo il fumo e l’ipertensione. Col passare degli anni l’alcol ha mietuto sempre più vittime, oltre che espandere il suo target, arrivando a vincere in Europa fino a 114.000 persone l’anno, portandole alla tomba. Le persone vittime dalla dipendenza d’alcol sarebbero al momento oltre 25 milioni, ed almeno il 40% di questi sarebbero minorenni, uomini sotto i 25 anni oppure donne adulte e non. L’alcol è un assassino che va a braccetto con i tumori, che possono essere causati da un uso smodato di bevande alcoliche, inoltre tra le altre malattie mortali presenti tra quelle causate dall’alcol rientra anche la cirrosi epatica. Questa sostanza causa inoltre irreparabili danni all’apparato cerebrale a lungo andare, specie se consumata in gran quantità sin da giovani, e per di più è una delle principali cause degli incidenti stradali.
Vittime del cosiddetto alcol “passivo”, ancor più letale di quello diretto, sono quasi esclusivamente giovani donne che vengono stuprate da ubriaconi in cerca di beghe la notte e i neonati che si ritrovano a nascere tremendamente sottopeso a causa dell’alcolismo delle madri.
Per questi motivi, l’alcol non è solo un killer, ma anche un sadico demolitore della società moderna.

“… . Fortunatamente avevo in mano e non su quello sghembo tavolino il mio bicchiere di Jack Daniels, altrimenti mi sarei lasciato sicuramente sfuggire qualche becera imprecazione…”

Automobili
Una delle macchine di morte per eccellenza. Molti potrebbero pensare che la maggior parte delle morti causate da questi mezzi creati per aiutare l’uomo siano causati dagli incidenti stradali, che però quasi sempre sono causati da distrazione o guida in stato non idoneo da parte del conducente.
Purtroppo, sebbene la precedente affermazione sia vera, gran parte delle vittime sono dovute anche allo smog causato da queste vetture. Lo smog produce gli stessi effetti del fumo passivo sull’organismo dell’uomo, e oltre all’emigrazione in campagna poco si può fare per evitarlo.
Al giorno d’oggi si calcola ci siano circa 1 miliardo di automobili e mezzi di superficie.
E fanno più vittime di quante se ne possano aspettare.

“… Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra. Avevo paura di aver parcheggiato la mia vettura in doppia fila, non volevo venire scoperto a causa di questa mia dimenticanza da pivello. Fortunatamente, mi accertai che era regolarmente parcheggiata, …”

Armi da fuoco
Una persona su 4 negli Stati Uniti d’America muore per un colpo d’arma da fuoco. Questo significa che se nella tua comitiva siete in 4 persone, e i tuoi amici muoiono per una delle precedenti cause, tu morirai per un colpo di pistola che ti piazzeranno precisamente in mezzo alla fronte.
In tutto il mondo, invece, circa 1000 persone muoiono per un colpo di arma da fuoco, involontario o no. Le armi da fuoco in tutto il mondo ricoprono una percentuale superiore al 18% delle morti per cause non naturali.
Oltre il 50% di queste non è registrata regolarmente.
Esistono più modelli di pistole che marche di medicinali contro il mal di testa o contro malori facilmente curabili.
Sembra quasi che l’uomo abbia una tendenza maggiore all’uccidere più che al tentare di salvare un altro uomo.
Ogni anno ci sono minimo 30.000 decessi per colpi d’arma da fuoco solamente negli Stati Uniti.

“… però ormai era arrivato il momento di smetterla di giocare. Guardai verso il mio ostaggio, il mio sguardo si caricò di un’ira funesta degna del pelide Achille e il mio braccio destro si caricò di veleno. Si mosse rapidamente senza che io potessi controllarlo, mettendo mano alla fondina, e sparò un colpo, secco, che c’entrò in pieno l’obiettivo.
Il mio ostaggio.”


Lo sciacallo
Della famiglia dei canidi, è un mammifero carnivoro che si nutre principalmente di carogne. È però più opportunista di quanto si creda, infatti non disdegna di cibarsi di frutti o insetti. Insomma, qualunque sia la sua vittima, lui non la ripudia.
Ha un aspetto elegante, infatti il corto pelo dorato gli dà un aspetto molto più elegante di quanto non sia in realtà; inoltre, i suoi sviluppati muscoli gli permettono si essere un discreto corridore, abilità che gli permette di raggiungere le sue prede nel caso ce ne sia bisogno. Agisce con scaltrezza, sebbene le sue tattiche di caccia non sono ancora molto note, in quanto preferisce come già detto cibarsi di alimenti più facilmente reperibili.

“Ebbene si, proprio lui, Denny Leone. La sua foto attaccata al muro del monolocale affittato questo mese per combattere in quella decadente fed che risponde al nome di WBFF mi ha costretto a trasferirmi momentaneamente in questo alloggio di passaggio, molto più simile ad un covo per latitanti che ad una abitazione di una sola camera.
La foto di quel maledetto Leone era stata semi-disintegrata dal mio colpo di pistola, sparato come uno sfogo per il suo affronto di sfidarmi.
Guardai l’orologio e mi resi conto che mancava ormai poco allo show, ero obbligato a dirigermi in loco.
Lo Sciacallo, per definizione non è propriamente un killer, anzi. Ma c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, e stasera Denny avrebbe dato l’ennesima certezza a quell’eccezione."
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Stivi / Canzano
08/11/2006 02:49
 
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Dal dolore al piacere al vuoto.
Lo spot si divide in:

01. L’incidente
02. Il risveglio
03. Vuoti



01. L’incidente



Agonizzare, quasi morire… In un lago di sangue… In una vecchia fabbrica abbandonata… Da dove è caduto? Da in alto, da molto in alto… Impatto violento… Qualcosa di rotto nella testa…

Stivi sente il sangue colargli da un lato della fronte. Il dolore sale, ne investe gli arti, cerca di muoverli e vi riesce. Bene… Nessuna lesione alla colonna vertebrale…L’impatto lo ha disorientato, la vista è talmente annebbiata che non riesce a guardarsi intorno per indagare la situazione. Forse sente ridere, forse no: è una risata grassa, sgradevole. Quella voce sprezzante gli parla: lo sta prendendo per il c**o ma non comprende appieno le parole. Sente e non sente.

L’unica cosa che riesce a percepire con chiarezza, aldilà del dolore, è il freddo, molto freddo. Paura della morte, improvvisa. Non l’ha mai provata in precedenza.

Un medico, un medico… Qualcuno mi chiami un…

I suoi pensieri si interrompono quando la voce ricomincia a parlare. Gli dice che per stavolta lo grazierà, ma non è pietà la sua: sarà un vero godimento vederlo vivere una vita da invalido. Stivi non capisce. Quelle parole hanno la stessa consistenza di uno sciamare di mosche.

Improvviso, lo coglie un ricordo: sa chi è quell’uomo, quel bastardo di Hugh Perenzio, pappone, magnaccia, protettore; colui che ha costretto sua sorella a prostituirsi. Lo ha sfidato, ora ricorda. Il bastardo si è rivelato un grande conoscitore delle arti marziali. Lo ha gettato da una passerella alta quattro metri. Stivi ha rilassato i muscoli prima dell’impatto, quasi istintivamente, la qual cosa gli ha evitato danni maggiori.

Passi. Prima più forti, quindi più deboli. Perenzio se ne va.
Dopodiché trascorre un’eternità. Quindi ne passa un’altra. Due eternità connesse, incollate, legate assieme da dolore, agonia, freddo. Poi termina anche la seconda eternità, svanisce in una voce femminile.

“Stivi!”

Sua sorella… Lo chiama preoccupata… Le aveva detto di aspettarlo in macchina… Ci avrebbe pensato lui…
Lei giunge appena in tempo, prima che i suoi sensi collassino, scivolando nell’incoscienza.



02. Il risveglio



Dal buio alla luce… I sensi intorpiditi… Gli arti deboli, doloroso ogni movimento… Qualche tentativo, poi di nuovo stanchezza… Un nuovo sonno, stavolta rigenerante…

“Stivi…”

Quella voce femminile, di nuovo… Di chi si tratta?… Nero nei ricordi, poi lenta giunge la rivelazione… Sì, sua sorella Melody… La consapevolezza lo aiuta ad aprire gli occhi…

“Melody…”

“Come stai?”

“Hai preso il numero di targa?”


Melody, spaesata: “Il numero di targa?”

Stivi, con fatica: “Del TIR che mi è passato sopra…”

“Non ricordi nulla?”

Cerca una posizione più comoda nel letto, ma i suoi recettori del dolore sono più vigili di lui, nonostante gli antidolorifici. Gli infermieri arrivano due volte al giorno con l’iniezione: un po’ di pace, ma dura troppo poco.

“Era una battuta… Ricordo tutto, invece. Hugh Perenzio. La fabbrica abbandonata. Il volo.”

Melody, cedendo alle lacrime: “Stivi, che ti è saltato in mente? Sei stato un pazzo! E io ancora di più a permettertelo.”

“Sssst… Non parlare a vanvera.”

Melody si zittisce. Stivi ascolta per un attimo i rumori che lo attorniano, che sembrano amplificati: passi nei corridoi, voci; pioggia battente.

“Quanto… quanto ho dormito?”

“Sei stato in coma tre giorni.”

“E quanto dovrò rimanere in questo fottuto ospedale?”

“Perlomeno una settimana.”


Melody abbassa la testa, le sfuggono una lacrima e alcune rughe di tristezza.

Stivi alza la mano sinistra per accarezzarle con dolcezza una ciocca di capelli. Il dolore è immenso, ma sceglie di ignorarlo: è un gesto che deve fare.

Stivi, recitando allegria rassicurante: “Ehi! Non piangere… E ricorda: Stivi non cade.”

Il giorno seguente è assuefatto al dolore: lo sente, ma riesce a sopportarlo con sempre maggiore disinvoltura. Verso sera, constatata l’assenza di fratture, si mette a sedere sul letto; e il dolore è solo un sottofondo, fastidioso certo, ma lontano.

Due giorni dopo, ecco che accade, e sarà una svolta per la mente e la vita del ragazzo: il sottofondo diviene meno lontano, ma più piacevole. Stivi comincia ad apprezzare il dolore, giudicandolo quale cosa buona.



03. Vuoti.



Nell’auto di sua sorella… Tutto il mondo attorno, in rapida successione… Verso casa…

Ad un certo punto tutto svanisce, risucchiato il mondo attorno, sciolta l’auto, dissipato il sedile su cui è seduto, dimenticata sua sorella al suo fianco, alla guida. Gli occhi svelano uno sguardo vacuo, assente.

Nessuna percezione… Il vuoto… Inconsapevole del suo corpo e di corpi esterni al proprio… La sua mente: un orpello inutile…

“Stivi?” lo chiama la sorella.

“Stivi?”

Lo scuote, lo pizzica: nessuna reazione.

Poi, d’improvviso torna in sé.

“Hai detto qualcosa?” chiede a Melody, che lo guarda sbigottito.

Il secondo vuoto si verifica quando si trova di fronte alla porta d’ingresso del loro appartamento: il corridoio si accartoccia, lasciandolo nella tenebra. La sorella lo chiama, lo scuote con vigore, lo trascina dentro all’appartamento; ma le gambe non compiono alcun movimento, e Stivi cade in avanti sul pavimento, sbattendo violentemente la parte destra del volto. Il dolore, percepito come profondo piacere, lo riporta alla realtà.

Melody, scossa: “Stivi, ma che ti succede?”

Con un sorriso appagato, il ragazzo la guarda, ma non trova parole per risponderle.

Il terzo vuoto si concretizza mentre si trova seduto sul divano. Melody è uscita, per qualche commissione di cui lui non ricorda alcunchè. L’appartamento attorno a lui si scioglie, diviene liquido; quindi quell’ammasso di colori confusi fugge verso l’alto, ammassandosi sul soffitto e lasciando posto ad un campo visivo completamente nero. Le tinture sul soffitto, che fino a pochi istanti prima erano stati il suo appartamento, si mescolano in un vortice, creando nuove tenebre. Non intervenendo elementi esterni che lo possano scuotere, questo vuoto dura notevolmente di più di quelli precedenti.

In seguito questi vuoti si verificheranno a distanze di tempo sempre più marcate, ma il ritorno alla realtà si rivelerà a questo punto molto più difficile.


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08/11/2006 21:46
 
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La fine di un capitolo (Spot Bruce Borgetti)
******************************************************************
Disclaimer: le parti in corsivo e colorate di grigio sono il testo tradotto di The End Of This Chapter dei Sonata Arctica di cui metto qua sotto il video direttamente da youtube. Godetevi la lettura dello spot sopratutto con il sottofondo musicale che vi fà più capire la profonda amarezza del testo [SM=g27811]



*******************************************************************

Tutto è cominciato in una calda notte primaverile
tu così bella e impossibile,
io giovane ribelle.
Tredici Marzo Duemilasei.
La data di nascita della nuova era.

Quel giorno sai,
me lo ricordo molto bene
mi ricorderò per sempre del giorno
in cui te, Sylvia Madison,
hai rubato il mio cuore.
Ma non mi scorderò mai
il giorno che l’hai calpestato.

Mi hai voluto a capo della tua stable,
mi hai sostituito a Destroyer,
mi hai amato,
mi hai sposato
ma solo ora ho capito
che per te ero solo uno tra tanti.

***A queste ultime parole, Bruce impugna il suo fido basso, compagno di mille battaglie, unico compagno sempre fedele, e si mette a suonare una canzone molto conosciuta perché da poco tempo è diventata la nuova theme music di Bloody Desperation: The End Of This Chapter dei Sonata Arctica. “La fine di un capitolo della mia vita” - afferma il metallaro - “da oggi ha inizio un nuovo Bruce Borgetti: vi auguro buon ascolto e ora sentite questa voce e provate a riconoscerla”. Il metallaro solleva la cornetta del telefono e compone un numero a memoria, sembra che lo abbia composto ogni minuto delle sue giornate degli ultimi otto mesi.***

DRIIIIN DRIIIN

Sylvia: Pronto.
Bruce: Bene bene, come stai?
Sylvia: Uh, chi é?
Bruce: Chi pensi che sia?
Sylvia: Smettila, chi sei?
Bruce: Sai bene chi sono. Ti sei quasi
allontanata, non e' vero?
Sylvia: Oh mio dio. Non può essere, non
puoi essere.
Bruce: Si si amore mio. Sono io.

Ti ho dato il mio tempo
Ti ho dato la mia intera vita
Ti ho dato il mio amore, ogni centesimo
Loro mi hanno detto che era un...crimine

Ti ricordi?
Oppure tutto è trascorso inutilmente?


Ricordi la nostra storia eh?
Ricordi quanto io ti abbia dato in sei mesi?
O no, forse è tutto vano.
Io sono solo uno fra tanti.
Mi hai usato.
In molti hanno tentato di avvisarmi,
di farmi capire che mi stavi sfruttando.
Jack Leone.
The Destroyer.
Denny Locker.

Sei stata il mio primo amore vero,
ti ho dato tutto me stesso,
e tu?
Mi hai solo usato.


Ho guardato nella luce, mi sono seduto nella tua miniera di carbone.
Le promesse che hanno fatto, le devo mantenere?
Si assicuravano che non ci saremmo mai incontrati

Non posso ricordare
La promessa che ho fatto così profondamente

Dimmi che i tempi passati non moriranno
Dimmi che le vecchie bugie sono vive


Ma ora è tutto finito.
Jack mi aveva assicurato
che non ti avrei mai più avuto tra i piedi.
Avevo promesso di non farmi più fregare.
E te? Avevi promesso di lasciarmi perdere.

Vedo che hai trovato un altro,
povero illuso userai lui
come hai fatto con me
come hai fatto con Jack
come hai fatto con Destroyer.

Il tempo passa
le foglie cadono
ma i vecchi vizi restano.
Bugiarda.

Attraverso cieli bui, ho viaggiato senza una luce
Sono caduto nel pozzo della mia mente
Così in fondo, da non esser più trovato

Non riesco a ricordare
Come potresti essere così inutile


La fine di tutto.
La fine di noi due.
La fine del nostro amore.
Tu avevi già lui pronto.
Io non avevo più nulla.
Con il tuo gesto
mi hai fatto crollare,
mi hai fatto piombare
nel baratro più profondo.

L’esser leader a tutti i costi,
il voler essere cattivo,
tutto passato.
Grazie a te,
ho riscoperto me stesso.
Puttana.

Dimmi che i tempi passati non moriranno
Dimmi che le vecchie bugie sono vive
L'amore che é finito così tanto tempo fa
Mi uccide, mi fa tremare


Sei sempre la solita.
Stupida.
Stronza.
Succhiatrice.
Tutte le parole più crudi
iniziano per S.
S come Sylvia.

L’amore che ti ho donato
l’amore che hai buttato
mi distrugge dentro,
mi logora,
e tremo al sol pensiero
che ora è tutto finito.


Hai un nuovo amore e
ti sembra bello
non ti avevo mai desiderata morta, ancora.

Adesso puoi avere tutte le cose che
non ho mai potuto darti
Guarda fuori dalla finestra... "Sono io..."


Ora hai lui.
Solo io sono riuscito a capirlo,
ma basta e avanza
direi no?
Goditelo fino in fondo,
goditelo fino a quando
lei non saprà di voi.

Hai un altro
e nella mia testa
iniziano a balenarmi idee
idee che mai avrei pensato.
Idee di te morta.

Goditi lui,
goditi ciò che non ti ho mai donato
ma sta attenta
guardati attorno
non senti i miei occhi puntati addosso?

Mi dispiace, sono qui
Non sono sicuro se questo dovrebbe farti paura
Sussurro nel tuo orecchio
"Perché lui é qui?"


E ora??
Lo so avevo promesso,
avevo promesso di starti lontana
ma che vuoi farci?
Tu per me sei importante.
Perché tremi?
Ah c’è lui.
Tranquilli non dirò a lei,
di voi due in questo letto.
E credo neanche voi
lo farete.
Morti.

Mentre dormi, rubo il tuo orecchino
Ti illumino con una candela, questa rabbia io impugno
Dicevano che non ti avrei trovata, ma adesso sono accanto a te
Non sono proprio così deciso
Dovresti sapere che da adesso tu sei mia


Tu, vile adultero.
Fila via da lei,
ora è mia.
Di nuovo e sarà l’ultima volta.
Non per me,
ma per lei.

Sei bellissima illuminata con questa fioca luce,
sei sempre stata bellissima,
ma che succederà
se questo bel visino verrà sfigurato?
Troia.

Dimmi che i tempi passati non moriranno
Dimmi che le vecchie bugie sono vive

Ti dico che i vecchi tempi non moriranno
Ti dico che le vecchie bugie sono vive
L'amore che é dovuto morire così tanto tempo fa
Mi uccide, ucciderà anche te...


Con il tuo tradimento,
mi hai portato sul baratro,
sull’orlo del non ritorno.
Mi hai rovinato,
mi hai ucciso.

Egoista.
Ora subirai la tua stessa cupidigia.
Tu mi hai portato nel baratro,
tu verrai con me.

Mi hai ucciso dentro,
il mio cuore è morto per colpa tua.
Mi hai ucciso,
ma io ucciderò te.

Stronza, non cambi mai
Io ti ucciderò e porterò il tuo corpo
Lontano strisciandolo cosicchè i
Vermi agiranno meglio su di te. Ed
Io? Starò a guardare la tua fine.
Amore ti amerò per sempre.

[Modificato da Cangus 08/11/2006 21.49]

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Pixero
08/11/2006 22:24
 
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Erano ormai giorni che pixero era rinchiuso a pensare a rimuginare della sua sconfitta nella sua caldaia… dopo la sconfitta si era rifugiato dalle sue fiamme e ne usciva solo al pomeriggio per andare a fare le prove con il suo gruppo... ogni giorno cosi come di consueto un inserviente camminava per quei corridoi e cercava di pulire l’immondezzaio lasciato dal lottatore… che ogni giorno lasciava chiazze di alcol e di urina in ogni angolo della caldaia…la sconfitta lo aveva sconvolto …

Alcuni uomini affermano che per scaricare la tensione sia bene trascrivere la propria rabbia… ed è quello che faceva Pixero… lui scriveva… delle lettere…dirette a nessuno e ogni giorno puntualmente le riduceva a brandelli o le bruciava nella sua caldaia ma qualche frammento rimaneva sempre… e capitava che nel pulire l’inserviente leggesse …i brandelli che recuperava


“come ho potuto…mie fiamme sono forse io indegno….indegno del ruolo che voi mi avete donato??? Non sono più il vostro araldo?? Vi prego di rispondermi presto…”

“Non sono riuscito a sconfiggere la morte… mie fiamme non siete forse voi l’eterne? E allora come! Come ho potuto perdere?”

“ un giorno voi mi diceste che la virtù si spegne senza un avversario ma come posso combattere ancora ? attendo ancora le vostre risposte
Vostro gentilissimo Pixero”



Questi erano i frammenti che fino a quel momento era riuscito a collezionare l’inserviente… e come tutti i giorni anche quello l’inserviente si stava recando li per il suo solito giro di routine… ma qualcosa era diverso entrando nella stanza trovò ancora li Pixero che vedendolo entrare lo salutò allegramente

Pixero: oh signore… pulisca bene eh! Mi scuso con lei se le ho arrecato tanto disturbo… non credo che la paghino abbastanza per pulire certe schifezze … e detto tra noi qui di schifezze ce ne sono state parecchie ma la saluto… le lascio fare il suo lavoro!
Inserviente: ehm…si si grazie grazie…

Pixero si allontanò velocemente l’inserviente era un poco sbigottito ma lo fu di più quando vide un foglio totalmente scritto e non a brandelli per terra… lo raccolse e lo lesse


Alzati ora fratello mio
È giunto il momento di reagire
Per troppo tempo hai aspettato nell’ombra
Fai vedere di cosa sei fatto

“sono rimasto troppo tempo a piangermi addosso… ho perso è vero… ho dubitato delle mie possibilità… ma ora sono tornato”

L’inferno ha forgiato la tua carne
Il diavolo la tua mente
Cambia il fato combattendo
Combatti ! combatti con violenza fratello mio

“ L’unica vera fede è combattere non posso darvi che ragione o mie fiamme ! io sono il vostro umile araldo il vostro umile guerriero”

So che sembra difficile
Dopo una sconfitta rialzarsi
Ma le tue mani reclamano sangue
No non puoi ignorare la chiamata

“ La sconfitta brucia ancora nel mio cuore… ma sarà il sangue delle vittime che offrirò a voi che lo allevierà”

Tu vedrai la paura dei tuoi nemici
Loro potranno correre ma non potranno nascondersi
Inseguili per le montagne
Raggiungili nelle pianure
E poi combatti , combatti con violenza !!!

“ ed è quello che farò oggi qui e dovunque ci sia qualcuno che osa infangare il vostro nome e quello del vostro araldo! Ed è quello che farò anche alla Extreme rumble! Miei avversari preparatevi perché sono cosi tornato!!! Perche io ora e sempre combatterò… si combatterò con violenza”

Stasera si combatte , per quello in cui crediamo
Oggi qualcuno morirà , ricorda il tuo nome
Combatti ,combatti con violenza !!!
Ricorda il motivo
Combatti ,combatti con violenza !!!
Se mai perderai , rialzati e ancora
Combatti ,combatti con violenza !!!

“ ora e sempre… combatterò con violenza !”

Vostro devotissimo
PIXERO


Inserviente: mio… mio dio ma è firmata con il sangue! Quel…quell’uomo è pazzo!!!

L’inserviente era impaurito scappò dalla stanza ma nell’uscire urtò Pixero ceh stava rientrando nella tanza

Pixero: oh…mi scusi io non volevo…
Inserviente: PAZZO!!! PAZZO!!! AHHHHHHHHHHHHH!!!!!
Pixero: ehy ma?
Inserviente: AHHHHHHHHHHHHH!!!!!

L’inserviente corse con tutto il fiato che aveva in corpo …mentre Pixero restò un attimo stupito ma poi scuotendo el spalle entrò nuovamente nella stanza e raccolse il foglio per terra.

Pixero : eccoti qua… eh… ti stavo per dimenticare… chi lo sente poi Frank… penso che ti intitolerò combatter con violenza… sarai un successone come testo! beh… è il momento di adnare a provare con il gruppo non credi? Bene …chiudiamo questa porta…


Pixero uscì dalla stanza e chiuse la porta… dove su di essa scritta con il sangue c’era una parola violence proprio quella parola che pixero intenderà usare alla Extreme rumble contro i suoi nemici



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